Perché l’Europa ha bisogno della Francia

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Il contributo sulle elezioni in Francia a firma di Matteo Renzi, ex Presidente del Consiglio d'Italia, Dacian Ciolos, ex Primo Ministro della Romania (2015-2017), Guy Verhofstadt, ex Primo Ministro del Belgio (1999-2008), Andrus Ansip, ex Primo Ministro dell'Estonia (2005-2014) ed ex Vicepresidente della Commissione europea (2014-2019).

Se è vero il detto per cui in politica una buona crisi non dovrebbe mai essere sprecata, l’Europa ed i suoi stati membri hanno avuto il loro da fare nell’ultimo decennio. Tra la crisi economica e finanziaria, la crisi sanitaria, la crisi della Brexit, la crisi dovuta alla crescita delle forze antisistema e, più recentemente, la guerra in Ucraina, sorprende che le istituzioni europee abbiano dimostrato tanta resilienza.

Certo, i principali leader politici alla guida delle istituzioni europee avrebbero potuto fare di più a volte, assumendo con più coraggio le proprie convinzioni politiche e gli impegni europeisti. Si pensi in particolare alla Brexit, quando l'assenza di europei nelle campagne britanniche ha lasciato spazio a fake news e incoraggiato un dibattito esclusivamente britannico. Tuttavia, dobbiamo avere la forza delle nostre convinzioni. Nel ventunesimo secolo, le nazioni europee sono troppo piccole per affrontare, da sole, le grandi sfide del nostro tempo: la minaccia delle potenze straniere ostili, le campagne di disinformazione e la polarizzazione sociale accentuata dai social network, le crescenti disuguaglianze, i cambiamenti climatici e le altre sfide ambientali, l'uso delle risorse, l'energia e la sicurezza alimentare, solo per citare i più visibili.

Non possiamo fingere di ignorare che le conseguenze delle scelte politiche in uno dei nostri Stati membri non si fermino ai suoi confini. Questo è il motivo per cui ogni europeo interessato osserva con grande attenzione le elezioni presidenziali in Francia. La Francia, paese dell'Illuminismo, è il paese di una grande Storia, e il francese è la lingua di una grande cultura. La Francia non può chiudersi in sé stessa, perché ispira gli altri e si reinventa costantemente, pur rimanendo fedele alle sue tradizioni. Conosciamo le relative sfide politiche e gli ultimi anni non sono stati anni facili per questo grande Paese. Tuttavia, alcune di queste sfide che la Francia deve affrontare sono sfide comuni a tutti noi. La differenza sta soprattutto nel fatto che la Francia è un Paese essenziale per il buon funzionamento dell'Unione Europea.

Le elezioni francesi di questa domenica avranno un chiaro impatto sulla direzione e sulla velocità della revisione del progetto europeo nei prossimi cinque anni, tanto necessaria dopo la serie di crisi che abbiamo attraversato negli ultimi anni. Una Francia inattiva può portare alla paralisi dell'Europa, così come una Francia attiva a livello europeo può portare molti problemi economici, sociali, ambientali, di sicurezza e digitali. Una Francia che si ritira da un gran numero di progetti europei e che si spingerà fino a negare il primato del diritto europeo, principio su cui si basa la costruzione europea, sarà una Francia che non diventerà solo paria al tavolo della leader europei, ma che metterà a repentaglio l'intero progetto di pace e riconciliazione.

Insieme, possiamo lavorare per elevare il tenore di vita di tutti gli europei e sviluppare il modello europeo come modello che ispira gli altri in termini di diritti sociali, protezione ambientale, solidarietà e protezione delle persone e dei loro diritti. Ma per questo dobbiamo salvaguardare i diritti fondamentali legati alla cittadinanza europea, nonché le quattro libertà del mercato unico: la libertà di circolazione delle merci, dei capitali, dei servizi e delle persone. Il grande progetto democratico rappresentato dalla Conferenza sul futuro dell'Europa inizia a dare i suoi frutti con le proposte degli europei di tutto il continente discusse da rappresentanti eletti per migliorare le istituzioni e le politiche europee.

L'Europa non sarebbe mai esistita senza la riconciliazione franco-tedesca, e dopo la Brexit, il motore franco-tedesco è più che mai necessario per il progresso della nostra Unione. È verso questo continente unito intorno agli stessi valori democratici che gli ucraini che resistono eroicamente all'invasione russa si rivolgono ispirati. Abbiamo il dovere morale di non deluderli. La guerra in Ucraina segna l'inizio di una nuova era, un'era che vedrà il crollo delle mura di un grande impero autoritario, la Russia, sotto il peso della menzogna e della repressione delle libertà politiche. Questo obbliga ancora di più noi europei. Dobbiamo rimanere fedeli a questi valori intrinsecamente universali: la tutela della democrazia e dei diritti umani.

Questo è tutto ciò che noi, europeisti convinti, penseremo domenica quando i francesi andranno alle urne.