Politiche Agricole

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Se il 2018 è stato proclamato l’Anno nazionale del cibo italiano, con iniziative ed eventi legati alla cultura e alla tradizione enogastronomica del nostro Paese, il motivo sta anche nel grande lavoro di tutela, valorizzazione e crescita dell’agricoltura italiana portato avanti dal ministro Maurizio Martina nei governi Renzi e Gentiloni.

Oltre che settore economico di primaria importanza, oggi l’agricoltura è identità e stile di vita, è cultura e tradizione ma al tempo stesso è innovazione, è rispetto dell’ambiente, è sviluppo sostenibile, diritto al cibo, tecnologie ed energia pulite.

La svolta è giunta col governo Renzi. Da settore poco considerato dell’economia, l’agricoltura è riuscita a diventare l’eccellenza del nostro Paese, un settore centrale che ha avuto un sostegno senza precedenti, grazie anche alla forte detassazione che le ha finalmente dato l’impulso necessario per ripartire.

Export agricolo al top

Le buone notizie non finiscono qui. I dati Istat sul commercio estero diffusi a metà gennaio 2018 rivelano che l’export agroalimentare Made in Italy ha raggiunto quota 37,6 miliardi di euro nel periodo gennaio-novembre 2017.

Un dato eccezionale che indica una crescita di oltre 7 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Nel solo mese di novembre ha toccato quota 3,9 miliardi, l’8,5% in più rispetto a quello del 2016.

“Nel 2017 superiamo i 40 miliardi di euro di export agroalimentare – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – dimostrando la forza del made in Italy nel mondo. Abbiamo saputo affrontare la crisi aprendo nuovi spazi a livello internazionale. L’obiettivo dei 50 miliardi entro il 2020 si fa sempre più vicino”.

Abolizione Imu Agricola e Irap Agricola | Come si è arrivati a tutto questo?

La prima e fondamentale azione è stata la riduzione drastica dei tributi e la notevole semplificazione amministrativa.

L’abolizione dell’Imu agricola e dell’Irap e Irpef Agricole, ma anche di altre imposte e tasse per un totale di 1,3 miliardi di tasse in meno, ha permesso il rilancio degli investimenti e un vero e proprio rilancio del settore, con tanti giovani che hanno cominciato a guardare all’agricoltura come a una promettente risorsa occupazionale, che rappresentava anche uno style life positivo e convincente.

La decisione di detassare la filiera agricola, venne presa dal Governo Renzi e ottenne subito reazioni positive dal mondo agricolo.

La Coldiretti, ad esempio, sottolineò come “la riduzione degli oneri fiscali consente alle imprese agricole di recuperare risorse”. Tali risorse saranno utilizzate “per gli investimenti finalizzati all’innovazione e alla crescita dell’occupazione in un settore particolarmente dinamico come l’agroalimentare made in Italy”.

Giovani, semplificazioni, sgravi, benefici: l’agricoltura torna al centro

Il governo Renzi prima e quello guidato da Gentiloni poi, hanno preso provvedimenti a favore dell’agricoltura che non riguardano soltanto gli sgravi fiscali.

Dal ‘Piano giovani’ per il ricambio generazionale in agricoltura alle misure per favorire la ricerca e l’innovazione, dai finanziamenti agevolati per l’acquisto di nuovi impianti e attrezzature al sostegno delle filiere del pomodoro, del riso, del luppolo e della birra artigianale, dell’allevamento delle api,

Agricoltura Biologica

Dal secondo dopoguerra in avanti, il passaggio da un’agricoltura familiare di sussistenza a un’agricoltura intensiva ha portato benessere e condizioni economiche migliori in tutto il Paese. La meccanizzazione agricola e l’introduzione massiccia della chimica, hanno però anche aperto la strada a produzioni con un rilevante impatto ambientale.

Oggi nessuno vuole – né si potrebbe – tornare all’agricoltura di mera sussistenza, ma si punta a un’agricoltura di qualità (biologica, biodinamica, lotta integrata). Un’agricoltura che preservi il paesaggio, che non riduca la superficie agricola utilizzabile e garantisca la salute dei consumatori.

L’agricoltura biologica, con il recupero di terreni abbandonati e storicamente destinati alla coltivazione, con la riscoperta e la valorizzazione di bio-varietà antiche e da tempo non utilizzate, costituisce anche una risposta ai cambiamenti climatici e alla tutela della biodiversità.

Cosa abbiamo fatto per l’agricoltura

  1. Detrazione per affitto dei terreni al 19% per giovani coltivatori diretti e imprenditori agricoli fino a 35 anni;
  2. Deduzioni Irap per ogni lavoratore assunto con contratto a tempo determinato di almeno 3 anni e per almeno 150 giornate all’anno;
  3. Mutui a tasso zero;
  4. Credito d’imposta per innovazione e sviluppo di prodotti e tecnologie al 40% degli investimenti fino a 400mila euro;
  5. Credito d’imposta per nuove reti d’impresa di produzione alimentare al 40% degli investimenti e fino a 400mila euro;
  6. Credito d’imposta per l’e-commerce agroalimentare al 40% degli investimenti e fino a 50mila euro;
  7. Incentivi all’assunzione di giovani con contratto a tempo indeterminato o determinato di minimo 3 anni, con sgravio di 1/3 della retribuzione lorda;
  8. Avvio del sistema di consulenza aziendale in agricoltura;
  9. Registro unico dei controlli;
  10. Estensione della diffida prima delle sanzioni amministrative pecuniarie;
  11. Dematerializzazione dei registri;
  12. Semplificazioni nel settore vitivinicolo.

Agricoltura sociale: coltivare l’inclusione

La finalità dell’agricoltura sociale è quella di integrare nell’attività agricola iniziative di carattere socio-sanitario. I beneficiari possono essere persone diversamente abili, minori in situazione di difficoltà, detenuti. Oggi in Italia ci sono 390 cooperative attive, 4.000 occupati e l’agricoltura sociale produce circa 200 milioni di euro di fatturato.

Gli interventi di sostegno per l’agricoltura sociale

  1. Priorità per l’assegnazione delle gare di fornitura a mense pubbliche per prodotti agroalimentari provenienti da agricoltura sociale;
  2. Recupero del patrimonio edilizio esistente ad uso degli imprenditori agricoli per le attività di agricoltura sociale con finanziamenti regionali;
  3. Concessione a titolo gratuito anche agli operatori dell’agricoltura sociale di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata;
  4. Individuazione di aree pubbliche comunali per il commercio dei prodotti agricoli “sociali”.