Renzi: «Alla Leopolda proposte per cambiare l’Italia»
Intervista a Matteo Renzi per «Il Corriere» del 03-10-2025
di Claudio Bozza
Senatore Matteo Renzi, oggi inizierà la tredicesima Leopolda in 15 anni. La tensione è fortissima. Ma nel programma non c’è né la parola Gaza né tantomeno Flotilla: perché?
«Ne parleremo durante tutte le tre giornate. Sono convinto che la politica debba trovare soluzioni, non fare solo proclami. E l’unica soluzione per fermare il massacro dei bambini è il piano elaborato dalla Casa Bianca e dai Paesi arabi. Agli 800 ragazzi della Leopolda spiegherò come è nato il piano Blair e ci confronteremo. Ci sono le Ong che organizzano le Flotilla, parrocchie e centri sociali che chiedono un diverso protagonismo. Ma noi politici dobbiamo dare delle risposte».
Lei ha definito la Flotilla «una regata». Dal M5S e dal Pd l’hanno attaccata. Il campo largo come può aspirare a battere Giorgia Meloni con differenze così profonde?
«La politica estera divide. Tajani non è Vannacci e noi non siamo i Cinque Stelle. Io ho votato a favore di tutte le mozioni, ieri, perché pensavo si dovesse dare un segnale unitario. Non cogliere l’occasione del piano Blair-Trump per tentare di fare una pace storica non fa male al campo largo, ma soprattutto ai bambini di Gaza, che sono il mio unico interesse al di là di ogni disputa politica nostrana».
La premier dice che «rivoluzione e weekend lungo non stanno insieme». Cosa pensa di questo sciopero generale?
«Gli scioperi non si commentano. I lavoratori che decidono di rinunciare allo stipendio meritano rispetto. Chi non lo merita sono quelli che scatenano violenza. Non sono lavoratori da comprendere, ma criminali da punire. Mi colpisce che in dieci giorni ci siano stati due scioperi sulla Flotilla. Prima o poi mi auguro che vengano organizzati anche su stipendi, pensioni, bollette e liste d’attesa nella sanità».
Alla Leopolda ci saranno anche tre ministri: Piantedosi, Crosetto e Valditara. È vero che ha chiesto a Meloni il «permesso» di invitarli?
«Non tanto di invitarli, ma di farli venire. Perché da quando con Meloni c’è una contrapposizione molto forte, lei e FdI hanno smesso di invitare noi ad Atreju. Così ho pensato di chiederle di agevolare la presenza dei ministri: devo dire che è stata molto disponibile. Bene che in questo clima d’odio ci siano luoghi di incontro».
Piantedosi si confronterà con i ragazzi sul tema delle «città sicure» nel giorno dello sciopero generale, con l’allerta ai massimi livelli. Stima il ministro dell’Interno?
«Lo ritengo uno dei migliori di questo governo. Perché è un servitore dello Stato. Lo ricordo quando collaboravamo ai tempi del mio governo. Anche quando non ho condiviso le sue scelte, come su Almasri o sui centri migranti in Albania, gli ho sempre riconosciuto correttezza istituzionale. Peccato non poter dire lo stesso di altri ministri».
E poi c’è Crosetto, con il quale su Ucraina e Gaza è praticamente d’accordo su tutto o quasi...
«La postura istituzionale di Crosetto è stata impeccabile, anche sulla questione Flotilla, diversa dalle frasi roboanti e provocatorie della stessa premier e di altri ministri. Dobbiamo riabituarci alla civiltà del confronto».
Sul palco ci sarà anche la reunion con il suo vecchio amico Bonaccini. Nel Pd c’è ancora il riformismo?
«Sì. Però non è un mio problema. Sono uscito dal Pd. Il Pd di Schlein non è il mio Pd e non è il mio partito. Elly ha molto spostato a sinistra il posizionamento del Nazareno: lo rispetto, ma non lo condivido. So che senza un’area riformista forte, il centrosinistra non rivincerà mai. Anche le Marche dimostrano che con la Palestina non si vince».
Alla Leopolda ci sarà anche Silvia Salis, di cui si parla apertamente come antagonista di Meloni alle Politiche. La sindaca di Genova ha le carte per seguire la sua stessa strada: dal Comune a Palazzo Chigi?
«Procederei con ordine. Quest’area centrista deve organizzarsi per bene. Ma per vincere, la Casa riformista deve andare oltre Italia viva. E in questo processo i sindaci saranno fondamentali. Silvia Salis è brava, capace e ha passione. Oggi lasciamo che faccia bene la sindaca a Genova. Poi, se ci saranno delle primarie, ci misureremo ai gazebo. Silvia alla Leopolda parlerà di futuro e intelligenza artificiale. È su questo che vogliamo competere con la Meloni: l’idea del domani».
Con Giuseppe Conte ve ne siete dette di tutti i colori. Lei fu uno degli ideologi chiave del Conte II. Nei giorni scorsi vi siete stretti la mano. State riallacciando un rapporto?
«No. Siamo molto distanti dal punto di vista personale e su tante questioni anche su quello politico. Dopodiché, se il centrosinistra si mette insieme vince. Pertanto, il mio sforzo oggi non è quello di costruire rapporti personali, ma proposte politiche».
Tipo?
«Domenica presenteremo la “Startax”, una proposta per detassare gli stipendi degli under 40. La priorità di questo Paese è bloccare la fuga dei cervelli. Solo lo scorso anno 191 mila persone hanno lasciato l’Italia, a fronte di 350 mila nuove nascite. È un esodo biblico. E va fermato».