Renzi: "Biden ha sbagliato niente patti con i talebani. L'Italia riapra al G20 il dossier anti terrorismo"

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Intervista di Annalisa Cuzzocrea, "la Repubblica", 15 agosto 2021.  

Senatore Matteo Renzi, gli Stati Uniti si sono ritirati dall`Afghanistan e i talebani hanno riguadagnato terreno. La ritiene una scelta sbagliata?
«Un errore storico. Rispetto ma non condivido la posizione di Biden, in linea con Trump che per primo voleva l`accordo coi talebani. Con loro è impossibile. Un secolo fa Churchill definì i membri della tribù Talib "feroci come le tigri ma meno puliti; altrettanto pericolosi ma meno aggraziati". Non è cambiato molto. Piango pensando alle donne di Kabul che saranno private di ogni diritto. Come può il mondo libero tollerare una sconfitta di tali proporzioni?».

O vale quel che diceva Gino Strada. A essere sbagliati sono gli interventi militari sempre.
«Gino Strada con Emergency ha curato milioni di persone. Quando si parla di lui bisogna sempre dire "Grazie". Le sue idee politiche invece possono essere discusse. A me è capitato di farlo faccia a faccia. E quando mi diceva che non esiste guerra giusta pensavo ai partigiani e alla guerra contro il nazismo. La mia generazione ha conosciuto la vergogna di Srebrenica e del Ruanda. A differenza di Gino penso ci siano casi in cui l`intervento armato è necessario»

È un fatto che guerre come questa, o come in Libia, non abbiano mai risolto nulla.
«Talora le guerre sono inevitabili, ma la politica può prevenirle. L`Italia, che ha salvato tante vite in quella Herat ora in mano ai Talebani, ha un`occasione. Tra due mesi Roma ospita il G20 con la presidenza autorevole di Draghi. Accanto alla pandemia, all`ambiente e alla ripresa economica bisogna riaprire il dossier "terrorismo internazionale". Il rischio è che da Kabul a Maputo gli estremisti rialzino la testa. Serve una coalizione internazionale che faccia tesoro degli errori di questi anni ma non lasci terreno ai tagliagole».

Salvini batte di nuovo sul tema immigrazione. Può essere un rischio per gli equilibri del governo?
«Pura propaganda. Due anni fa intervenni per bloccare i pieni poteri che l`allora ministro dell`Interno chiedeva. La scelta di allora - anche contro parte del Pd che sognava le urne - ha bloccato l`avanzata leghista. E con la mossa del cavallo per avere Draghi al posto di Conte abbiamo chiuso la parentesi populista in Italia. Oggi Salvini cavalca la questione solo per i sondaggi».

Un pezzo di Lega cavalca anche, insieme a Fratelli d`italia, il no al Green Pass. Irresponsabili?
«Sì. Il nemico è il virus, non il GreenPass. Chi fomenta il fronte degli scettici sbaglia. Vale per i sovranisti, ma anche per i sindacalisti. Il sindacato deve lottare per la sicurezza sul lavoro. E consentire di lavorare senza vaccino significa fare il male dei lavoratori».

Nel mondo della scuola si è parlato di tamponi gratis per il personale non vaccinato, ora c`è una mezza retromarcia. Che ne pensa?
«Sarebbe uno scandalo. Se un prof non vuole vaccinarsi, lo Stato deve pagargli il tampone che non paga alla famiglia povera che ne ha bisogno? È un cedimento culturale ai NoVax, ingiusto prima che sbagliato. Lotteremo perché non sia consentito».

Si è riaperto il dibattito sulla cittadinanza. Nei 5 stelle comincia a muoversi qualcosa, Italia Viva non ha detto nulla. Che farete?
«Siamo a favore dello Ius Culturae. Ha fatto bene Malagò a porre il tema e sono toccanti le parole di Fausto Desalu che oltre alla medaglia olimpica meriterebbe una medaglia al valore civile per come ha spiegato di rispettare le leggi anche se ingiuste. Per essere italiani non serve vincere alle Olimpiadi, deve bastare un ciclo di studi. Ho letto le parole della Taverna, fedelissima di Conte, e ho visto che il problema Letta ce l`ha in casa, con i suoi compagni di strada».

Non si parla più di legge Zan, a causa del suo avvertimento sull`impossibilità che passi senza modifiche. A settembre che succede?
«Voteremo la legge con modifiche su identità di genere e libertà d`opinione come richiesto dal mondo di sinistra e femminista».

Da un pezzo di quel mondo.
«Da un pezzo, e dal mondo cattolico. Ci ringrazieranno per la mediazione. Perché in politica il compromesso nobile è un valore. Stare fermi in uno scontro ideologico favorisce solo i conservatorismi».

Lei ha attaccato molto il reddito di cittadinanza e lo ha fatto con parole che hanno offeso molti. Invita a sudare persone che spesso faticano ogni giorno, senza trovare opportunità in un mercato squilibrato e asfittico. Ha sbagliato?
«No. I populisti si fermano ai titoli, ma se uno legge tutto il ragionamento vede che noi combattiamo sul serio la povertà. I 5 stelle insistono sul tema in modo superficiale. Quando Conte dice che a Milano ci sono 200mila bambini poveri dimostra di non conoscere né la matematica né Milano. La lotta alla povertà si fa con il lavoro, non coi sussidi. E con lo studio. Sei mesi fa sembrava impossibile cambiare questa misura. Ora per paura del referendum sono tutti d`accordo».

Non sarebbe più proficuo lavorare insieme per migliorare la parte sulle politiche attive?
«Su questo sono d`accordo. Ma per farlo serve una modifica costituzionale del titolo V. Alla fine si torna sempre lì. E anche su questo, come hanno già hanno fatto sulla giustizia e sul garantismo, i 5 Stelle prima o poi scriveranno una lettera e diranno che avevamo ragione noi».

Perché non appoggiate la mozione contro Durigon? Non ritiene le sue parole gravissime?
«Sostituire i nomi di Falcone e Borsellino con Mussolini è scandaloso. Farlo con motivazioni storiche è insulso. Con lo stesso metro di giudizio allora Latina dovrebbe tornare a chiamarsi Littoria. Strizzare l`occhio agli elettori di destra, come fa anche il candidato di Milano Bernardo per il quale non c`è differenza tra fascisti e antifascisti, è insopportabile. Del resto qualche mese fa la Meloni diceva che il 25 aprile è divisivo. Condanniamo con forza queste espressioni. Sulla sfiducia, vedremo se ci sarà una mozione in Aula. Come abbiamo fatto in passato ci rimettiamo alle valutazioni del Premier. Lo abbiamo fatto. obtorto collo, davanti allo scandalo di Bonafede su Santa Maria Capua Vetere quando Conte ahinoi difese il suo guardasigilli. Lo faremo anche su Durigon. Le frasi sono scandalose, ma sulla squadra di governo decide il premier».