Renzi: «Fallito l'assalto dei pm, ora le sorelle Meloni mi cancellano per legge»

Intervista a Matteo Renzi per «La Repubblica» del 20-12-2024 

di Giovanna Vitale

Il giudice azzera il caso Open, scagionando da tutte le accuse gli undici imputati tra cui Matteo Renzi e il nucleo storico del giglio magico, Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Marco Carrai e l'avvocato Alberto Bianchi. L'inchiesta ipotizzava i reati di finanziamento illecito ai partiti, corruzione e traffico di influenze. Matteo Renzi ora parla di un'ingiustizia durata cinque anni che gli lascerà una brutta cicatrice: «Volevano colpire Iv».

Senatore Renzi, anche per lei c'è un giudice a Berlino?

«Non uno solo, ci sono tantissimi giudici perbene. Poi però c'è qualche pm d'assalto, per il quale dovrebbe valere il principio che chi sbaglia paga. Io sono stato indagato due volte e per due volte prosciolto da un pubblico ministero che è lo stesso che ha arrestato mio padre e mia madre, arresto poi ritenuto illegittimo; che ha chiesto il processo per mio cognato, durato otto anni, salvo essere assolto. Che ha indagato pure mia sorella, prosciolta».

Vuol dire che il sistema penale funziona e lei ha avuto giustizia, no?

«No, troppo facile così. Non ho avuto giustizia perché dopo cinque anni mi hanno dato ragione. Al contrario, ho subito un'ingiustizia lunga cinque anni con mia moglie e i miei figli che hanno pagato per questo dolore. Non c'è cicatrice per questa ferita. Io ho avuto la forza di sopportare, ma tanti cittadini non hanno risorse o energie per resistere e magari cadono in depressione. Qualcosa non funziona se un solo pm può maciullare intere famiglie, come ha fatto con la mia».

Però ce ne sono stati altri di pm che hanno indagato sui suoi genitori con qualche fondamento..

«Loro sono stati arrestati e hanno subito nove procedimenti solo perché erano i miei genitori. Sono stati assolti in otto processi. E sul nono risolveranno in appello. Se non fossero stati i miei genitori non avrebbero subito nessun processo. A me sembra folle».

Su Open i pm avevano chiesto il processo, pensa che impugneranno la decisione del gup?

«Prima del proscioglimento ci sono state una sentenza della Consulta e cinque della Cassazione: avevamo ragione noi, e i pm di Firenze torto».

Ha ancora inchieste pendenti?

«No, ma il danno è fatto. Hanno cercato di far passare la Leopolda per un luogo di malaffare e quando ho deciso di lasciare il Pd, i sondaggi davano Italia Viva oltre il 6%. Un mese dopo, è esploso il caso Open».

Un tentativo di delegittimazione politica, come lo ha definito lei?

«È evidente che il bambino è stato ucciso in culla. Casualmente, nel momento in cui partiva Iv, ecco le perquisizioni –illegittime- a casa dei miei amici. Hanno sbattuto i miei conti correnti sui giornali. Fui massacrato, specie da Giuseppe Conte e Giorgia Meloni, che oggi non dicono una parola, né sentono il bisogno di scusarsi. Anzi la premier, che è nervosissima perché sui centri in Albania rischia di fare la fine di Chiara Ferragni col Pandoro-gate, vuole cancellare un avversario politico per via legislativa, dopo che è fallito l'assalto giudiziario».

La norma anti-Renzi inserita in manovra è una vendetta perché lei ha accusato sua sorella di trafficare sulle nomine nelle aziende di Stato?

«Sì, l'hanno voluta Giorgia e Arianna Meloni per due motivi: perché ho avuto il coraggio di parlare di una leadership familista che al mondo esiste solo in Italia e in Corea del Nord e perché se vado col centrosinistra, matematicamente noi vinciamo e la destra perde. Ma la norma contro di me è incostituzionale. Se avessero scritto che i parlamentari non possono svolgere un altro lavoro, l'avrei votata subito. Ma dire che chi fa conferenze fuori dall'Europa deve chiedere il permesso alla maggioranza e se non lo fa gli si applica una tassazione del 100%, è assurdo, è un esproprio proletario».

Ricorrerà alla Consulta?

«Non credo, la mia vendetta è la felicità, per citare Alda Merini. Se fatturerò un po' meno, pagherò meno tasse».

Ora che è stato assolto, è ancora convinto che serva la separazione delle carriere dei magistrati?

«Certo, ma il punto centrale è la responsabilità dei magistrati che sbagliano. Se un pm distoglie 300 finanziari dal lavoro quotidiano per spedirli a fare perquisizioni illegittime, chi sbaglia deve pagare. Sulla separazione delle carriere condivido il principio ma aspetto il testo. Speravo che Nordio civilizzasse la destra e invece è il Guardasigilli che si è delmastrizzato. Ma se la riforma è fatta bene io ci sto».

Salvini le ha espresso solidarietà, vuol fare lo stesso su Open Arms?

«Io mi sono difeso nel processo, non dal processo. Auguro certamente a Matteo Salvini di essere assolto perché non auspico mai la condanna di nessuno, ma ho un giudizio etico e morale negativo su come stanno gestendo l'immigrazione. E poi, se fra un attacco su Tiktok e un video su Instagram si occupasse anche di capire se c'è un treno in orario in questo Paese, noi non ci offendiamo».