Renzi: «Genova è come un sismografo: vinceremo qui e poi alle politiche».

Intervista di Matteo Renzi per «Il Secolo XIX» del 22-03-2025

di E. ROS. 

"Genova è un sismografo:vinceremo qui e poi alle politiche". Matteo Renzi (questa mattina presenterà il suo libro "L'influencer" a Genova, alla libreria Feltrinelli, alle 11, si sbilancia, alla faccia della scaramanzia. Ma questa volta il "noi" non è riferito al centrodestra di Marco Bucci, con cui IV si presentò tre anni fa con i suoi candidati nella lista civica del sindaco. Adesso i renziani hanno scelto il campo del centrosinistra. E il senatore di Rignano è diventato in Parlamento uno dei critici più feroci di Giorgia Meloni, da lui definita proprio "un'influencer". E per il centrosinistra vede la possibilità di primarie di coalizione per individuare il candidato premier.

Senatore Renzi, torna a Genova per il suo libro e in città è già scoppiata la campagna elettorale per le comunali, che valore si dà a livello nazionale della sfida di Genova?

«Genova è sempre un sismografo. Sarà per il Maestrale che soffia in città ma il vento, l'aria che tira si percepisce con anticipo. Il centrosinistra vincerà a Genova unito e lo stesso accadrà nel Paese alle prossime politiche».

Tre anni fa sostenevate convintamente Marco Bucci, ora siete tornati al centrosinistra per Silvia Salis che vuole un cambiamento radicale dell'amministrazione, non c'è contraddizione da parte vostra?

«Il civismo che ha portato Bucci alla vittoria non può stare con chi sceglie ideologicamente di aggredire gli avversari come sta facendo la destra di Giorgia Meloni dalle leggi ad personam fino alle polemiche su Ventotene. Stimo Bucci e gli darò sempre atto di avere risollevato la città in un momento di grave dolore con il crollo del Ponte Morandi. Ma Italia Viva ha scelto una collocazione naturale e definitiva: il centro del centrosinistra. Era già chiaro alle recenti elezioni regionali. Ed è ormai evidente a tutti che se ci fossero stati i voti di Italia Viva il centrosinistra avrebbe vinto. Non è un caso che Silvia Salis abbia posto come condizione per la sua candidatura civica la realizzazione di una coalizione ampia con un forte ruolo del centro. Noi faremo la nostra parte perché vinca e perché Genova ritrovi il suo orgoglio di città che compete con le grandi realtà del Mediterraneo. Genova deve ritornare grande senza rinunciare alle sue infrastrutture e al suo potente porto».

Come si presenterà Italia Viva? La modalità della lista centrista come alle elezioni in Umbria e in Emilia può essere uno schema valido anche in ottica Politiche 2027?

«Stanno lavorando allo schema delle liste i nostri dirigenti locali : Arianna Viscogliosi, Eugenio Musso, Giovanni Stagnaro. Non mettiamo veti e non accettiamo veti. Lo schema di una lista civico-riformista sta prendendo corpo. Ma ciò che ci interessa di più sono i nostri contenuti: sicurezza e vivibilità del centro storico e delle periferie e sviluppo infrastrutturale e portualità».

Lei ha definito "disgustose" le parole di Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene, ma se l'obiettivo era quello di distrarre dalle contraddizioni del centrodestra sull'Europa la premier ci è riuscita o no?

«Giorgia Meloni, come scrivo nel mio ultimo libro, è una bravissima influencer: aveva bisogno di distrarre dalla linea polemica della Lega sulla politica estera, è vero e ci è riuscita. Ciò non toglie che quello che è accaduto è gravissimo, uno sfregio alla memoria dei padri fondatori dell'Europa, uno sfregio a quei valori antifascisti in cui è evidente che la premier faccia fatica a riconoscersi».

L'unità del centrosinistra può prescindere dall'avere un candidato premier comune? Può essere Elly Schlein, considerate le correnti del Pd che lei conosce bene?

«Io inizierei dalle battaglie prima che dai nomi: abbiamo un governo che spia i giornalisti, che libera i criminali come il torturatore libico Almasri, che perseguita gli avversari politici con leggi ad personam. Un Governo che fa un uso arrogante del potere e sprezzante delle istituzioni. Nel frattempo, le bollette crescono, come anche il costo della vita ma il potere d'acquisto è al palo. Il ceto medio soffre. Occorre costruire una vera alternativa al governo Meloni partendo da ciò che ci unisce non da ciò che ci divide. Quanto al candidato premier io ritengo che ci sia la strada delle primarie di coalizione come penso anche sia giusto che il partito di maggioranza, il Pd, esprima il candidato premier. Vedremo».

La produzione industriale dell'Italia è in calo da più di due anni, non è un tema di cui la politica si occupa troppo poco? Cosa si può fare?

«Quello che sta accadendo alla nostra industria nel disinteresse del Ministro Urso e della premier è preoccupante. Transizione 5.0 è bloccata, non c'è un progetto all'orizzonte. Da premier, grazie all'allora ministro dello sviluppo economico Federica Guidi, lanciammo industria 4.0. Ora servirebbe un nuovo grande e massiccio investimento anche perché le politiche europee come il green deal di Ursula von der Leyen ci hanno danneggiato. Se aggiungiamo che i dazi di Trump rischiano di far crollare i posti di lavoro, anche qui in Liguria, e che gli stipendi sono troppo bassi, la preoccupazione è forte. Il governo si svegli».