Renzi: "La stabilità ha senso solo con riforme pro Pil"

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Intervista di Emilia Patta, "il Sole 24 Ore", 28 gennaio 2020.

Senatore Renzi, il voto in Emilia Romagna sembra rafforzare il Pd e fa intravedere il ritorno a un nuovo bipolarismo. Crede che ci sia comunque spazio per Italia Viva in questo quadro?
È divertente notare come basti un'elezione regionale per cambiare in blocco le opinioni di molti politici e qualche commentatore. Fino a venerdì tutti per il proporzionale, ora tutti per il bipolarismo. Un anno fa molti dicevano che i gialloverdi avrebbero governato 30 anni, ad agosto mi accusavano di aver rafforzato Salvini, oggi dicono che la Lega è crollata. Tra un mese gli stessi diranno l'opposto di ciò che sostengono oggi. Suggerisco prudenza e senso della misura. La priorità oggi è far ripartire la crescita italiana. Quanto alle regionali, tra chi citofona alla porta del condominio e chi dimezza la disoccupazione l'Emilia Romagna ha scelto il buon governo. Sono i risultati che sconfiggono i populisti: per questo lo spazio di Italia Viva è enorme.

Resta l'intenzione di presentare la lista già alle prossime regionali, a cominciare dalla Toscana, o l'obiettivo sono le politiche?
Italia Viva ha sostenuto Bonaccini non solo per i rapporti personali ma per un giudizio politico. Per noi questo è il risultato migliore possibile. Dalle prossime regionali ci misureremo anche con il nostro simbolo e io penso che ci sia una prateria per chi è riformista e scommette sul buonsenso. Ci presenteremo a maggio in Toscana e nelle altre regioni che andranno al voto. Il nostro obiettivo è puntare alla doppia cifra, il 10%.

Con il M5s più debole c'è l'opportunità per gli alleati di imporre un'agenda più riformista e pro crescita: dal tema delle concessioni autostradali a quota 100, dal fisco alla prescrizione. Pensa che possa crearsi un asse tra Italia Viva e Pd su questi temi?
Sono fiero di aver tenuto la barra dritta su temi come prescrizione, concessioni autostradali, riduzione delle tasse. Se Italia Viva avesse mollato sarebbe stato più difficile anche per Bonaccini vincere in una regione operosa come l'Emilia Romagna. E comunque sono battaglie giuste che abbiamo fatto e che continueremo a fare. Il crollo dei Cinque Stelle, inesorabile, potrebbe far risvegliare l'anima riformista del Pd. Non c'è bisogno di creare un'asse speciale: sono battaglie che abbiamo fatto insieme, la pensiamo allo stesso modo, noi non abbiamo cambiato idea. Spero neanche loro.

Intanto avete trovato l'accordo sul nome del ministro Gualtieri per le suppletive nel collegio I di Roma.
La candidatura di Roberto Gualtieri è un'ottima occasione per valorizzare il profilo di un politico capace, che sta facendo bene il ministro e che avrà il nostro supporto.

Sabato presenterete a Roma le vostre proposte per il rilancio dell'azione di governo. Riforma fiscale? Sblocco dei cantieri? Su che cosa punta Italia Viva?
Sabato - all'Assemblea Nazionale di Cinecittà - presenteremo innanzitutto il Piano Shock per sbloccare i cantieri. Ci sono 120 miliardi di €: è fondamentale spenderli per creare posti di lavoro anziché dare sussidi assurdi come il reddito di cittadinanza. Sui temi del Piano Shock ci giochiamo punti di Pil, che sono più importanti dei punti dei sondaggi. Offriremo al dibattito parlamentare anche le nostre idee sulle tasse e non solo. Le nostre sono proposte concrete, non chiacchiere.

È fiducioso sull'esito dell'annunciata verifica di governo con il premier Conte?
La verifica di maggioranza non è un adempimento formale. Né un modo per regolare i conti dopo la disfatta grillina. O meglio: se fosse solo questo sarebbe poco interessante. Il nodo politico è che viviamo un tempo ricco di opportunità ma anche di contraddizioni. L'anno elettorale in America, i dazi, la Brexit, il virus in Cina, la Turchia che pretende di dettar legge in Libia, la transizione tedesca. C'è un mondo che chiede che l'Europa si svegli e c'è uno spazio perché l'Italia giochi un ruolo di primo piano. Di questo deve occuparsi il governo. E su questo noi vogliamo fare la differenza.

La stabilità del governo Conte dipenderà molto dalla tenuta dei gruppi del M5s nelle prossime settimane. Che cosa pensa del loro confronto interno?
Non so che cosa accadrà dentro i Cinque Stelle. La mia tesi è che loro vadano verso l'implosione. Ma nessuno desidera far finire in anticipo la legislatura. Dunque non sono preoccupato per la tenuta dell'esecutivo: l'abbassamento dello spread dopo la sconfitta di Salvini è l'ennesimo segnale che abbiamo tutto da guadagnare da una ritrovata stabilità. Ma la stabilità ha senso se si afferma un profilo riformista dell'azione di governo. Frasi come quelle sugli innocenti in carcere, il giustizialismo contro la prescrizione, il pregiudizio anti imprese che vara leggi "tasse e manette" vanno respinti al mittente. Questo risultato elettorale riguarda l'Emilia Romagna. Ma l'Emilia Romagna ci dice che vince chi governa bene, non chi strizza l'occhio al populismo. L'Emilia Romagna è la regione del boom di assunzioni, di Industria 4.0, dell'export. Non dei sussidi e del sovranismo. Anche il governo nazionale deve recuperare questa cifra: rilanciare la crescita, stoppare il populismo.

La legislatura andrà comunque avanti? Qualcuno le attribuisce il disegno di scalzare Conte da Palazzo Chigi per arrivare al 2023 con un altro premier...
I Cinque Stelle che siedono in Parlamento non permetteranno di far fallire questa legislatura. Mi lasci essere poco diplomatico ma molto chiaro: se tornano a casa adesso, non rientrano mai più in Parlamento. Per questo la legislatura va avanti. Si salderanno sempre di più con il Pd di Zingaretti e le Sardine? Non so. Nel caso faccio i miei migliori auguri. Ma noi di Italia Viva concepiamo la nostra scommessa come una grande sfida liberaldemocratica per il futuro del nostro Paese. E da ieri paradossalmente c'è uno spazio ancora più grande per noi. Non suoniamo ai citofoni, noi. E non inseguiamo alleanze strutturali con le stelle cadenti. Questo è il momento migliore per costruire una casa nuova per chi vuole investire sul futuro e innovare l'Italia. La nostra priorità non è cambiare il Premier, ma cambiare l'Italia. Per farlo bisogna correre senza inseguire il populismo giudiziario ed economico. La ricreazione è finita, ora mettiamoci al lavoro.