Renzi: «Mondo produttivo, cultura, Mes e sociale le mie priorità europee»

Intervista a Matteo Renzi per «Il Giornale di Brescia» del 31-05-2024

di Carlo Muzzi

L'ex premier parla della sua candidatura europea: «Von der Leyen bocciata la soluzione è Draghi».

Matteo Renzi arriva a Brescia ad una settimana dalle elezioni europee. Le prime in cui è candidato nella lista di Stati Uniti d'Europa, nato dall'accordo tra varie forze politiche, le cui principali sono Italia Viva e +Europa. La scommessa dell'ex premier è quella di andare al Parlamento europeo e come prima sfida si pone quella di portare Draghi alla guida della Commissione europea. Sono ormai passati dieci anni dalle Europee in cui il Pd guidato da Renzi ottenne il 40%, le prospettive sono differenti ma il politico fiorentino mostra grande verve durante l'intervista in redazione al Giornale di Brescia.

Come va la campagna elettorale di Stati Uniti d'Europa?

«Bene e la cosa che mi convince e penso possa convincere gli elettori è che noi nel nome proponiamo già il nostro progetto politico: “Gli Stati Uniti d'Europa”. Non il nome di Tajani, di Calenda o di Meloni. C'è poi un secondo punto che secondo me è davvero importante: siamo gli unici i cui leader, se eletti, vanno a Bruxelles. Non siamo abituati a chiedere il voto per non andare in Europa. Tutti si candidano, ma non ci vanno. Su 27 paesi membri, in 26 chi si candida va, in uno chi si candida non va, ovvero l'Italia».  

Lei ha già dichiarato più volte che Ursula von der Leyen non doveva ricandidarsi alla presidenza della Commissione Ue. Cosa può dirci?

«Dopo un mandato di cinque anni è giusto giudicare come è andata. Ursula è stata molto timida sullo stato di diritto con Viktor Orbán e dintorni. È stata debole sulle riforme istituzionali. Ed è stata un disastro sull'ambiente. Cioè l'ideologizzazione dell'ambiente è esattamente il contrario di quello che serve. A noi serve la sostenibilità, ma fatta in modo pragmatico, perché se la fai in modo ideologico alla fine cedi quote di mercato in Italia, Francia e Germania che vengono trasferite in Cina e in India. La Cina e l'India hanno degli standard di emissioni meno impegnativi. Quelle aziende che si trasferiscono dalla Germania all'India inquinano di più e in Europa resta il disagio sociale, con un pianeta che non è meno inquinato. Allora questo è il giudizio negativo che io do di Ursula. E lo dico perché voglio rappresentare le aziende e il ceto medio produttivo di Brescia in Europa».  

Ha già indicato Mario Draghi come suo candidato per la presidenza della Commissione europea. Non le sembra azzardato?

«Draghi è una partita difficilissima, però me lo dicevate tutti anche quando a fine 2020 quella partita sembrava impossibile. Aver mandato a casa Conte e aver portato a Palazzo Chigi Draghi costituisce una grande soddisfazione politica e credo un atto a beneficio degli italiani».

È una sua vittoria personale su Conte?

«Io ci ho perso un ministro».

Tornando a Draghi non rischia di bruciarlo come per la Presidenza della Repubblica?

«Guardi se dopo le elezioni la candidatura di von der Leyen sarà ancora salda allora avrà la strada spianata. Ma se la sua corsa viene fermata, in quella situazione di impasse Draghi sarebbe una soluzione».

Lei di cosa vuole occuparsi se sarà eletto al Parlamento europeo?

«Mi voglio concentrare su cinque punti. Innanzitutto voglio rappresentare il mondo produttivo, che è il mondo delle imprese, che non è rappresentato da nessuno. Nel mondo delle imprese includo anche il mondo agricolo, che è molto importante. Su questo aggiungo che dovremmo portare l'Ucraina dentro l'Unione perché è politicamente giusto, nobile ed etico. Però, se l'Ucraina entra nell'Unione Europea senza cambiare le linee guida della politica agricola comune, le aziende agricole di Brescia, Cremona, Mantova e Bergamo ne risentirebbero negativamente. Poi voglio parlare a quei 60.000 medici e infermieri italiani che durante la pandemia si sono sentiti dire che erano degli eroi e che dopo la pandemia sono stati abbandonati. Per questo la prima cosa da fare è prendere i soldi del Mes, 37 miliardi di euro, riaprendo la linea di credito con l'Europa».

Le altre due?

Un punto a cui tengo moltissimo sono la cultura e le radici cristiane. Brescia con Bergamo ha vissuto l'esperienza della Capitale italiana della Cultura. L'investimento culturale ha portato grandi benefici. Io penso che l'Europa non sia soltanto un ammasso di norme burocratiche e finanziarie. Infine credo che serva un'Europa sociale, da premier ho firmato il dopo di noi, la legge sul Terzo Settore, sul disturbo autistico, sullo spreco alimentare e sulla cooperazione internazionale. Sono norme che andrebbero portate in Europa».