Renzi: "No ai fantasmi del passato, sfidiamo le destre sul futuro"

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Intervista di Adolfo Pappalardo, “il Mattino”,  9 settembre 2022.

Matteo Renzi, leader di Italia Viva, il Pd evoca l'allarme democratico se vince la destra. Lo pensa anche lei?
«No, nessun allarme democratico. Casomai: allarme economico. La destra infatti sta promettendo di tutto, dalle pensioni alle dentiere. E se davvero facessero ciò che propongono ci sarebbero da trovare cento miliardi nel momento peggiore del Paese. Abbiamo l'inflazione, il caro energia, la guerra alle porte, bisogna mandare in Parlamento persone che sanno fare i conti e che hanno la testa sulle spalle. Questa destra, invece, vuole scaricare il debito alle prossime generazioni. Ma io non grido che la Meloni è fascista: chi la demonizza, paradossalmente, la rafforza, esattamente come accadeva con Berlusconi».

Il migliore alleato della Meloni per lei è Letta; per il segretario Pd il contrario.
«Chi sta cercando di far vincere il centrodestra è Letta che continua a fare proposte che avvantaggiano solo la Meloni. Il Pd non è più la casa del riformismo, si è trasformato in una succursale del grillismo. Il mio Pd ha creato più di un milione di posti di lavoro con il JobsAct, questo Pd vuole archiviare il riforrnismo e abbracciare l'assistenzialismo del reddito di cittadinanza. Il mio Pd ha abolito l'Imu sulla prima casa e l'Irap costo del lavoro. Questo Pd è quello che propone di aumentare la tassa di successione. E del resto Letta è stato l'ultimo capo del governo ad aumentare l'Iva portandola dal 21 al 22 per cento nel 2013. Noi eravamo riformisti, loro vogliono archiviare Blair per sposare Fratoianni e Di Maio. Come vede, c'è una bella differenza».

Nel Sud i grillini sono tutt'altro che in caduta libera: chi rischia di più?
«Ragionevolmente il centrosinistra. Ma soprattutto rischia di più il Paese. Se, dopo aver visto i banchi a rotelle, i soldati russi, gli strani magheggi sulle mascherine, le giravolte tra Trurnp e la sinistra c'è ancora una fetta importante di persone che vogliono votare Conte e i suoi non possiamo farci nulla. Se non dire con forza che noi siamo orgogliosamente un'altra cosa rispetto a loro, totalmente un'altra cosa».

Pesa anche il reddito di cittadinanza: Conte parla di guerra civile se si abolisce. E lei è stato sempre contro il Rdc.
«Si possono avere legittimamente idee diverse sul reddito. Io credo che sia uno strumento che non aiuta il Sud a crescere, credo che andrebbe rivista totalmente la parte delle politiche attive, credo che Di Maio abbia preso in giro tutti urlando "abbiamo abolito la povertà", credo che i navigator non abbiano trovato nemmeno un posto di lavoro. Per me serviva il Rei, reddito di inclusione, non il reddito di cittadinanza. Ma su queste cose ognuno ha diritto di pensarla come crede. Quello che è vergognoso è che un ex premier arrivi a evocare, se non minacciare, una guerra civile in caso di abolizione del reddito. Uno che ha guidato il governo e che parla di guerra civile è un irresponsabile».

Napoli si è salvata dal default con il Patto: ora il centrodestra vorrebbe rimetterlo in discussione, così come il Pnrr.
«Il bilancio del Comune di Napoli è stato distrutto da De Magistris che teorizzava il bisogno di scassare tutto. E che De Magi stris abbia scassato lo dimostrano i conti del Comune salvati dal governo centrale. Rimettere in discussione il patto ora sarebbe ingiusto: pacta sunt servanda. E poi ho molta fiducia nella serietà del sindaco Marifredi. È un uomo prudente, saggio ed equilibrato, a differenza del suo predecessore. Spero che possa riuscire e per quello che vale tutti siamo pronti a dargli una mano. La rinascita di Napoli è una esigenza di tutto il Paese, non solo di questa regione».

Il centrodestra sembra avanti: come invertire la tendenza?
«Facendo proposte serie, senza inseguire lo scontro ideologico. Noi siamo quelli che hanno fatto ripartire Pompei che stava crollando, perché per noi la frase "con la cultura non si mangia" è sbagliata. Siamo quelli che hanno credibilità sugli impianti, le opere pubbliche, industria 4.0, le infrastrutture, il posizionamento europeo del Paese. La Meloni è sovranista, Napoli è da sempre una città globale. E Napoli ha bisogno della globalizzazione: per il turismo, certo. Ma anche per l'economia del mare, per i suoi prodotti agroalimentari, per le sue università. Se sfidiamo il centrodestra su una visione del futuro, siamo credibili. Se ci buttiamo sull'ideologia. perdiamo».

Oggi sarà a Napoli e incontrerà gli industriali: cosa propone lv per il Sud e per i rincari dell'energia?
«Bisogna dire sì agli impianti. Basta veti delle sovrintendenze sulle rinnovabili, basta dire no alla Tap, alle Trivelle, ai rigassificatori. Poi nel breve periodo occorre che l'Europa faccia tutto quello che è nelle sue possibilità per mettere un tetto al gas e bloccare i rincari delle bollette, altrimenti qui salta in aria mezzo sistema».

Lei apre all'ipotesi della Bicamerale della Meloni: su quali punti si può discutere per una modifica della Carta?
«Sono pronto da subito a discutere dell'elezione diretta del premier: non è il Presidenzialisrno di chi vuole trasformare il ruolo del Quirinale e ma la scelta di mantenere un arbitro eletto con maggioranze ampie e consentire ai giocatori di sfidarsi in campo aperto: chi vince, governa per cinque anni. Chi perde fa opposizione. Semplice, no?».