Renzi: “Non voglio fare il martire ma chiedo giustizia vera”

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Intervista di Ilaria Ulivelli, La Nazione Firenze, 13 febbraio 2022

Matteo Renzi, perché ha deciso di denunciare i giudici: si sente un martire del sistema giudiziario? 

«Chi, come me, è tranquillo del proprio operato non ha tempo di fare il martire né la vittima. lo invece faccio questa battaglia per cambiare le cose che nella giustizia non vanno. Ho molti limiti, ma tutti sanno che non ho paura di niente e di nessuno. E ciò che va detto lo dico a voce alta, senza paura. In tribunale c’è scritto: la legge è uguale per tutti. Uguale per tutti, anche per i pm fiorentini. lo non scappo dalla giustizia, io chiedo giustizia». 

Diciamo che non è frequente che un imputato denunci i propri inquirenti. 

«Quando mi sono laureato in legge, erano ancora i tempi della gloriosa via Laura, la facoltà di giurisprudenza fiorentina era celebre per la qualità dei suoi professori. Ci hanno insegnato che il principio di legalità è sacro. Allo spirito di via Laura mi ispiro quando chiedo il rispetto delle regole. lo penso che i pm Creazzo, Turco e Nastasi abbiano violato, non solo la legge, ma anche la Costituzione. E chiedo che ciò che denuncio sia verificato da dei giudici, i giudici di Genova. lo non ho commesso reati: spero che non li abbiano commessi nemmeno gli inquirenti fiorentini. Chiedere una verifica non è lesa maestà». 

Però l'Associazione nazionale magistrati la accusa di voler appannare la figura dei magistrati con attacchi personali. 

«Non sono io che appanno la figura dei magistrati. Se una collega di Creazzo accusa Creazzo di molestie sessuali e il Csm lo condanna a una pena, peraltro irrisoria, il problema non sono le mie dichiarazioni, ma i comportamenti di Creazzo. Se un tifoso dà una pacca sul sedere a una giornalista fuori dallo stadio di Empoli, episodio increscioso e da stigmatizzare, rischia sei anni. Se la molestia sessuale viene dal procuratore capo di Firenze dobbiamo tacere perché è un magistrato? Dire: "la legge è uguale per tutti" è la precondizione per restituire prestigio alla magistratura. Se il pm Nastasi entra sulla scena criminis nella vicenda del povero David Rossi, entrando dove non doveva entrare, e si contraddice davanti alla Commissione della Camera, è lui che ingenera dubbi sulla figura del magistrato. Anziché preoccuparsi delle mie dichiarazioni, stiano più attenti ai loro comportamenti». 

Cosa pensa delle fondazioni che finanziano i movimenti politici? Era meglio il finanziamento pubblico? 

«lo sono contento che non ci sia più il finanziamento pubblico. Nel caso di Open però il problema non sono i soldi: è tutto trasparente, tutto bonificato, tutto tracciato. Il problema di Open è che i pm fiorentini vogliono decidere che cosa è un partito e che cosa non lo è. In questo trovo evidente lo sconfinamento: questo spetta al parlamento. Diceva Calamandrei: "Quando per la porta della magistratura entra la politica, la giustizia esce dalla finestra". Anziché spendere centinaia di migliaia di euro per decidere che cosa è un partito e cosa no, i pm fiorentini vadano a dare la caccia alle mafie che hanno un giro d’affari in Toscana di 15 miliardi, secondo i dati della Fondazione Caponnetto. O si occupino della piaga della contraffazione che nei capannoni della Piana brucia milioni di euro dei fiorentini. Questi sono i problemi seri che però danno meno visibilità di sequestrare i telefonini agli amici di Matteo Renzi». 

La Toscana sembra ancora dentro una paralisi di sviluppo. Crede che il Pnrr determinerà la ripartenza? 

«Spero. Ma abbiamo il grande problema del costo dell’energia. Quando da premier provavo a fare lo "Sblocca Italia" mi accusavano di deturpare l’ambiente. Ora ci accorgiamo che abbiamo bisogno di più gas, di meno veti sulle rinnovabili, di maggiore presenza geopolitica soprattutto in Africa e nei paesi arabi. Non servono le ideologie, servono i risultati».

A Firenze si discute da vent’anni sull’aeroporto, che è un volano fondamentale per lo sviluppo, e siamo ancora a disquisire sull’orientamento della pista. Mentre il sindaco Nardella ha curiosamente ribadito la necessità che Pisa resti il primo aeroporto della Toscana. 

«Voglio bene a Dario e trovo che stia facendo delle cose molto belle, come il grande incontro dei sindaci alla presenza del Papa. Invece sull’aeroporto il suo posizionamento è incomprensibile e tradisce le battaglie che abbiamo fatto insieme negli ultimi dieci anni. Avevamo fatto un grande lavoro per superare il campanilismo Pisa-Firenze, ora sembriamo tornati indietro. Se non c’è l’allungamento della pista, altre aziende lasceranno Firenze. E non andranno a Pisa, ma altrove. Chi non capisce l’urgenza di questo tema è rimasto al mondo degli anni Settanta. Oggi un aeroporto è fondamentale per la competitività del territorio». 

Nardella è a metà del secondo mandato. Dovrà scegliersi un lavoro per il dopo, trovare una collocazione altrove perché il terzo mandato è stato bocciato. Crede sia la scelta migliore? 

«Nardella non ha problemi per il dopo. Può fare tutto e male che gli vada correrà alle Europee del 2024. Quello che mi sembra più interessante è capire quale coalizione costruirà la piattaforma democratica e riformista per scegliere il nuovo sindaco o la nuova sindaca. Firenze ha molti temi ancora aperti, a cominciare dallo sviluppo di Castello. E l’area metropolitana deve affrontare una grave crisi occupazionale. Sulla Gkn sta facendo un grandissimo lavoro Francesco Borgomeo insieme ai sindacati. La prossima da risolvere è a Marradi dove il sindaco Tommaso Triberti è bravissimo e tutti dobbiamo dargli una mano».

Lei è stato il politico influente che più di ogni altro ha puntato su Giani governatore. Rifarebbe quella scelta? 

«Sì. Eugenio merita supporto e sostegno. Perché se ha successo Giani, ha successo la Toscana. Noi siamo con lui. Vorremmo però più serietà da parte della maggioranza in consiglio regionale. Hanno cambiato lo statuto aumentando le poltrone grazie al sostegno decisivo dei Cinque Stelle. Volevano lottare contro la casta, oggi permettono di aumentare le poltrone: ormai i grillini sono stelle cadenti».