Renzi: “Questo voto certifica la morte del grillismo”

Intervista di Emanuele Lauria, “la Repubblica”, 14 giugno 2022.

"Il centro riformista è il vero vincitore di queste elezioni". Non ha dubbi, Matteo Renzi: secondo lui le Amministrative consegnano il successo di quella che chiama "area Draghi-Macron". E a questo punto, afferma l'ex premier, Letta deve porsi il problema: "Vuole dialogare con noi o vuole limitarsi ai grillini? Così facendo, più che al campo largo si arriva al camposanto, politicamente parlando".

Renzi, lei in queste elezioni ha sposato la linea delle alleanze variabili: ora con il centrosinistra, ora con il centrodestra. Spesso non presentando il simbolo. È contento di come è finita?
"Molto. Abbiamo dato un contributo importante a sindaci eletti molto bravi come Bucci a Genova e Giordani a Padova. E quando siamo andati da soli, come a Carrara con Ferri o a Verona con Tosi, abbiamo fatto un risultato straordinario sfiorando il ballottaggio. Oggi abbiamo 97 sindaci in Italia, e credo che in questa tornata abbiamo conquistato più consiglieri che i 5S".

Calenda si arroga nei fatti la leadership di un'area che, dice, rappresenta il 20 per cento.
"La leadership in politica non si prenota. Si costruisce con umiltà e intelligenza politica coinvolgendo quelli che la pensano come te. Io dico che quest'area c'è, chi la guiderà è un problema che ci porremo dopo. Dove noi andiamo forte, Azione e Più Europa vanno peggio e viceversa: segno che siamo complementari. Ma il dato è sempre quello: il centro riformista c'è, è protagonista in Italia come in Francia con Macron, può essere decisivo mentre queste elezioni certificano la morte del grillismo, da Taranto a Palermo fino a Genova, città del fondatore. Se fossi il segretario del Pd mi porrei il tema: con chi è meglio confrontarsi? In un anno, Conte è passato da fortissimo punto di riferimento progressista a scacciavoti: vivono di sondaggi e talk ma faticano a eleggere i consiglieri comunali. E molti grillini nei capannelli in Parlamento lo dicono, sono comprensibilmente preoccupati".

Dice ancora che non può stare in un'alleanza con i 5S?
"Mettiamola così: io non metto veti. Ma loro non portano voti. E il gruppo dirigente del Pd lo sa bene".

Ha messo da parte la possibilità di lavorare su un terzo polo?
"No, tengo aperte tutte le ipotesi. Basta che abbiamo ben chiaro il quadro: l'area Draghi oggi è più forte, i sovranisti sono più deboli. E chi voleva fare le scarpe al premier, penso per primo a Conte, ma anche a Salvini, è in difficoltà. La prospettiva di una Renew Europe in versione italiana invece ora è molto concreta".

Non crede che la vostra posizione contenga un'ambiguità di fondo? A Palermo, per esempio, Iv si ritrova nella maggioranza di Lagalla.
"A Palermo avevamo la candidatura più adatta, quella di Davide Faraone, su cui poter fare convergere gli altri. Ma prima di scegliere uno di Iv, il Pd ha preferito perdere con uno dei loro, Miceli, anziché vincere con uno dei nostri. Il fallo di reazione di alcuni dei nostri, che non ho condiviso, è stato andare con Lagalla. E sono stati decisivi perché quella lista ha fatto la differenza. Ora servirà un chiarimento interno, certo. Ma a questo punto mi preoccupa la prospettiva in Sicilia: per le Regionali, che da sempre anticipano il risultato nazionale, vale la pena fare una riflessione strategica. Letta vuole ripetere l'errore di Palermo o intende riconoscere la forza del centro riformista? E la destra farà come a Catanzaro o Genova, dove ha allargato al centro o si rinchiuderà su Musumeci? Questo è il tema".

Il referendum sulla giustizia, che Iv ha appoggiato, si è risolto in un flop senza precedenti.
"Ma dai, basta con le ipocrisie. È sceso un silenzio per mesi sull'argomento, si sono cancellati i quesiti che potevano appassionare gli italiani e portarli alle urne, da anni un referendum non arriva al quorum e solo ora si parla di flop? Io dico che ci sono dieci milioni di italiani che sono andati a votare. Sette milioni hanno scritto sì sulla scheda. Critichiamo Salvini ma non a scapito di chi chiede una giustizia migliore. Chiunque voglia vincere le Politiche da oggi non può considerare la giustizia un tema di serie B".