Renzi: “Serve subito un commissario speciale per l’immigrazione dall’Ucraina”

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Intervista di Claudio Bozza, “Corriere della Sera”, 19 aprile 2022.

Senatore Renzi, il premier Draghi, nell'intervista al «Corriere», ha detto che il governo arriverà in fondo se i partiti saranno uniti. La maggioranza reggerà?
«Certo. La credibilità di Draghi è il valore aggiunto dell'Italia in questa fase. Tutti ormai riconoscono che abbiamo fatto bene a mandare a casa Conte. Quel passaggio della campanella è stato una benedizione per l'Italia, lo dice anche chi non mi ama. E la maggioranza reggerà fino al 2023».

Però a destra attaccano la riforma del fisco, lei quella sulla giustizia che definisce «inutile». Che intenzioni ha?
«Sono due cose diverse. La destra ha dubbi sul catasto, ma sta trovando un'intesa con Draghi. Sulla giustizia noi pensiamo che la riforma sia inutile. Non dannosa come lo era quella di Bonafede: semplicemente inutile. E dunque ci asteniamo. Non vedo drammi, ma solo serietà da parte nostra. Se ci fosse stata la fiducia avremmo votato a favore, in nome di un superiore interesse politico. Ma senza fiducia ci asteniamo, perché questa riforma cambia poco: il potere delle correnti rimane tale e quale, purtroppo».

Draghi ha detto che non si candiderà. Ma lei pensa che dopo le elezioni possa essere di nuovo premier?
«Manca ancora un anno e in politica un anno è un'era geologica. Ne parleremo. Draghi può ancora fare tutto, ora lasciamolo lavorare».

Lei afferma che la legge elettorale rimarrà questa. Poi però rilancia quella per eleggere «il sindaco d'Italia». Non è una contraddizione?
«Voglio un sistema in cui decide il cittadino. E l'unico modo che conosco è quello che funziona per i sindaci: voti, scegli, eleggi. E per cinque anni l'eletto governa. Purtroppo gli altri mi hanno fatto la guerra sulle riforme, ma avevamo ragione noi. Per il momento temo che la legge rimarrà questa. Certo, qualcuno sussurra ipotesi filo proporzionale, ma lei sa che il proporzionale chiama con sé - quasi sempre - le preferenze. E in questo Parlamento prima di mettere le preferenze sono disponibili a fare auto-ostruzionismo, vedrà».

Se tutto resta così è difficile fare un terzo polo. Partiti come Italia Viva dovranno decidere prima da che parte stare.
«Gli schieramenti in campo mi sembrano ancora fluidi. Noi per il momento ci godiamo il privilegio della serietà. Non c'è un solo argomento, dalle trivelle a Industria 4.0, dal Jobs act alle unioni civili, dal Titolo V fino alle iniziative fiscali su cui adesso non ci diano ragione. A scoppio ritardato, certo, ma ci danno ragione. Quando sarà il momento decideremo cosa fare sapendo che in molti collegi facciamo la differenza e se andiamo da soli valiamo un risultato decisivo per il governo che verrà».

Berlusconi viene sempre dato al termine della sua avventura. Ora è di nuovo sceso in campo. Che farà Forza Italia alle elezioni?
«Berlusconi è un grande combattente ma totalmente imprevedibile fino all'ultimo secondo. Farà come sempre ciò che gli conviene o che pensa gli convenga. Oggi giura amore eterno a Salvini, ma non so se è una scelta definitiva. Ne riparliamo tra sei mesi, con Berlusconi sono sempre emozioni last minute».

Lei ha detto che «la Russia è colpevole di questa situazione, tuttavia è assurdo esasperare i toni dicendo che Putin è come Hitler, perché lui non è come Hitler». Può spiegarci meglio?
«Putin è il colpevole di questa vicenda, è l'aggressore, ha fatto una scelta di cui pagheremo i danni, tutti, per generazioni. Punto. Chi lo giustifica sbaglia. Detto questo, Putin non è Hitler: non è un animale pazzo come affermano alcuni politici italiani. E lo dico io che ho portato i fiori alle vittime del regime prima di andare al Cremlino o che gli ho detto ciò che pensavo, in faccia, al Forum di San Pietroburgo. Le esagerazioni verbali vanno bene al mercato, non nella politica estera. Putin è il colpevole, l'aggressore, il responsabile certo. Ma se credi alla politica estera trovi le soluzioni, altrimenti vai al bar e nella pausa caffè dici tutto ciò che ti passa per la testa. Qui c'è una guerra dove muoiono migliaia di persone. Uno dei contendenti ha pure le testate nucleari. Da cittadino piango vedendo le mamme che scrivono sulla schiena dei bambini o i padri che abbracciano i figli e vanno a combattere. Da esponente delle istituzioni non mi bastano le lacrime, cerco una soluzione. Se i contendenti non vincono la guerra, facciamo sì che l'Europa provi a vincere la pace. La politica estera è difficile ma si fa così, non a colpi di tweet o di insulti».

In questa drammatica crisi lei è parso ben meno atlantista e blairiano del solito. Eppure aveva un ottimo rapporto con il presidente Joe Biden, quando lui lavorava con Obama. Perché? Chi deve risolvere questa crisi, secondo lei?
«Io sono filo atlantico e sto dalla parte dell'America e della Nato, sempre. Sono stato il primo a criticare l'Anpi e la doppiezza ideologica di certa sinistra. Ma in questa vicenda i miei toni sono più simili a quelli di Macron che a quelli di Biden. L'Europa non può diventare spettatrice dello scontro tra Usa e Cina, nella cui orbita fatalmente finirà la Russia se continua questo conflitto. Non voglio passare dal G20 al G2. Voglio un protagonismo europeo che non si limiti a fare ciò che dice la Polonia (che contestavamo appena tre mesi fa), ma che aggiunga alle sanzioni e alle armi una iniziativa diplomatica. Possiamo anche smettere di comprare il gas russo, lo prenderanno gli indiani e i cinesi. Ma nel nuovo ordine mondiale che ruolo gioca l'Europa? Siamo in campo da protagonisti o siamo in tribuna a fare il tifo? Questa è la vicenda di cui nessuno parla. E che mi colpisce al cuore. Se può rassicurarla, ho discusso a lungo con Blair di queste cose e come quasi sempre mi accade la penso in larga misura come lui».

In Italia, ha detto l'ambasciatore Zazo, ci sono 230 mila ucraini e stanno arrivando 100 mila profughi. Lei ha fatto il sindaco: cosa propone per gestire l'emergenza?
«La situazione è molto seria. Le donne ucraine sono meravigliose. Molte sono laureate ma pronte a fare i lavori più umili. I bambini nelle nostre classi fanno tenerezza. Il valore del terzo settore è straordinario, la competenza della protezione civile fuori discussione. Ma la complessità dei problemi impone un commissario per l'emergenza con pieni poteri. Perché l'ondata migratoria non è ancora conclusa e serve uno come era Figliuolo per i vaccini o Sala per l'Expo. Una struttura che d'accordo con il Viminale, i sindaci, il terzo settore aiuti queste persone a inserirsi e vivere. Oggi ne parliamo con alcuni sindaci su Radio Leopolda: un commissario speciale serve subito, i numeri fanno impressione».