Renzi: "Serve un governo che funzioni, non 300 consulenti"

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Intervista di Concetto Vecchio, "la Repubblica", 7 dicembre 2020.

Senatore Matteo Renzi, perché contestate la formula della task force scelta da Giuseppe Conte per il Recovery Fund?
«Perché il Recovery è l'ultima occasione che abbiamo per progettare il futuro del nostro Paese. Penso che la maggioranza debba fare una riflessione seria su cosa fare e su come farlo. A luglio ho chiesto pubblicamente a Conte, in aula, di avere un dibattito parlamentare su questo tema, anche utilizzando agosto se necessario. Per mesi abbiamo ricevuto solo silenzio e task force. Poi all'improvviso, dopo tante dirette Facebook, in una intervista al direttore di Repubblica il premier comunica agli italiani che è tutto già pronto e che ci saranno dei tecnici a gestire il tutto».

Non vi va bene il metodo?
«Del merito non sappiamo niente. Sul metodo siamo contrari. Questo modo di fare non è solo sprezzante: è sbagliato. Noi siamo contrari a sovrastrutture di centinaia di consulenti che stanno al Recovery Fund come i navigator stanno al reddito di cittadinanza. Il futuro dell'Italia dei prossimi vent'anni non lo scrivono Conte e Casalino nottetempo in uno stanzino di Palazzo Chigi».

Quindi in Consiglio dei ministri Bellanova e Bonetti voteranno contro la proposta di governance avanzata da Conte?
«Spero che il premier si fermi prima di mettere ai voti una scelta non condivisa».

Ma cosa suggerite invece per votare sì?
«L'Italia ha già decine di migliaia di funzionari pubblici, migliaia di dirigenti, venti ministeri. Il problema non è assumere altra gente, ma capire qual è la visione dei prossimi anni. Se la risposta è un'altra inutile task force di 300 consulenti, se la votino da soli. E se mi ritrovo persino d'accordo con quanto detto da Maurizio Landini a Repubblica allora sta succedendo qualcosa di strano».

Se vi schierate contro si apre la crisi?
«No. Noi siamo impegnati fino alla Legge di Bilancio per assicurare all'Italia l'approvazione del decreto ristori e dei denari alle famiglie che non ce la fanno. Sul futuro dipende da Conte: Zingaretti ha chiesto un rilancio dell'azione di governo, noi siamo d'accordo con il segretario del Pd. C'è da guidare il G20, ci sono da gestire i 200 miliardi del Next Generation, c'è da affrontare la distribuzione dei vaccini. Iniziamo finalmente a fare sul serio?».

E quindi deciderete dopo la Legge di Bilancio se staccare la spina?
«Non siamo noi a dover decidere. È Conte a dovere fare un salto di qualità come ha promesso a noi e al Pd».

Invece mercoledì come finirà sulla risoluzione al Mes?
«Non succederà niente. I grillini hanno troppa paura di andare a votare per far cadere Conte sul Mes. Dunque fortunatamente i voti ci saranno, sia alla Camera che al Senato. Quella di queste ore è solo melina scenografica».

Italia Viva è sospettata di avere pronta una trappola parlamentare. È così?
«E perché mai dovremmo, mi scusi? Il problema di queste ore riguarda il Movimento Cinque Stelle, non noi. Questo governo è nato per evitare che l'Italia fosse governata dal sovranismo di Salvini e Meloni. E i ministri che un anno fa stavano con i gilet gialli oggi stanno con Macron. Insomma l'Italia è tornata europeista. Noi vogliamo continuare su questa strada. Anche perché senza i soldi dell'Europa la nostra economia non avrebbe retto alla crisi finanziaria provocata dalla pandemia».

Non chiederete di attivare i 37 miliardi per la sanità previsti dal Mes?
«Non abbiamo preparato alcun emendamento ancora, ma può dire no al Mes sanitario solo chi non ha visto mai un ospedale. Sono 300 milioni di euro di risparmi all'anno».

Conte è troppo accentratore?
«Non divido i politici tra accentratori o decentratori, ma tra capaci e incapaci. Un premier che accentra ma raggiunge il traguardo va bene. Oggi i populisti guardano i sondaggi e gli indici di simpatia, i politici guardano il Pil e gli indici di disoccupazione. Spero che Conte voglia caratterizzarsi come politico e non come populista».

Conte dice che ha i ministri migliori al mondo, Zingaretti lo invita a non tirare a campare. Chi ha ragione?
«Zingaretti. Sostenere che questo governo ha i ministri migliori al mondo è una barzelletta che non fa ridere. Sono andato a Palazzo Chigi a dirgli in faccia che sarebbe stato un bene innanzitutto per lui irrobustire la squadra».

Cosa le ha risposto?
«Nel faccia a faccia si è detto d'accordo. Poi però ha fatto un'intervista - successivamente smentita - in cui ironizzava sul rimpasto. Non siamo alla caccia delle poltrone e non chiederemo nessun rimpasto. Se ha davvero i ministri migliori del mondo, però, ci risparmi le task force dei tecnici a gestire i soldi europei. Se quelli sono i migliori del mondo, faccia spendere a loro i soldi. Per me il rimpasto non esiste più. Partita chiusa».

Continuate a essere critici sulla Fondazione sulla cybersicurezza ipotizzata da Conte. Anche Delrio su "Repubblica" ha espresso perplessità. Cosa temete?
«Condivido dalla a alla zeta l'intervista di Graziano Delrio. Sui servizi segreti non si scherza. A maggior ragione un premier che continua inspiegabilmente a tenere per sé la delega. Il direttore del Dis è stato ascoltato al Copasir, le forze politiche si sono espresse in modo pressoché unanime contro la Fondazione. Se mettono la norma con un blitz direttamente in legge di Bilancio io voto contro la legge di Bilancio. Abbiamo fatto nascere un governo per togliere i pieni poteri a Salvini, non per darli a Giuseppe Conte».

Lei ha detto che i 60 mila morti per il virus ci dicono che qualcosa non ha funzionato. Cosa, precisamente?
«Non ha funzionato il rapporto tra Stato e Regioni. Siamo stati tardivi sui tamponi, sui tracciamenti, sui trasporti pubblici. Sulla scuola è stata una débacle vergognosa: Francia e Germania hanno i licei aperti e la metà dei nostri morti. Perché? E ci sono stati troppi ritardi, dalle casse integrazioni ai sussidi. Detto questo c'è una cosa che ha funzionato: gli italiani. Sono stati bravissimi, seri, coraggiosi».

Italia Viva ha criticato alcune regole per il Natale. Non serve rigore per evitare la terza ondata?
«Certo che serve, ma serve anche il buonsenso. Se una nonna sola sta nel Comune accanto dei nipoti, impedirle di stare assieme alla famiglia anche il giorno di Natale è sbagliato. Permettiamo i ricongiungimenti almeno per gli anziani».

Lei si vaccinerà?
«Assolutamente sì, non vedo l'ora. Sui vaccini diamoci un piano in cui non ci sia il solo Arcuri a gestire tutto: Arcuri non è Superman. E la gestione di tamponi e banchi a rotelle lo dimostrano. Che almeno il vaccino non arrivi in ritardo».