Renzi: «Start Tax per i giovani e tetto alla pressione fiscale al 40%»
Intervista a Matteo Renzi per «Il Sole 24 Ore» del 05-10-2025
di Emilia Patta
Meno tasse per i più giovani: 50% in meno fino a 25 a anni, 30% fino a 30 anni, un quinto fino a 35. E chi studia di più paga meno tasse più a lungo. È la proposta che il leader Matteo Renzi lancerà oggi dal palco della Leopolda, la tredicesima. Con in più una sfida alla premier: «Fissiamo in Costituzione il tetto del 40% di pressione fiscale come proponeva Giorgia Meloni».
Cominciamo dalla Start Tax, senatore Renzi.
Dalla Leopolda partono sempre progetti per il futuro dell'Italia. La Start Tax che nasce grazie alla collaborazione con il team del professor Tommaso Nannicini, cioè con la squadra che ha scritto JobsAct e Industria 4.0, povertà educativa e 80€. È una proposta di legge che, in sintesi, chiede di stanziare risorse per abbassare l'Irpef agli under 40. Lo scorso anno quasi duecentomila italiani se ne sono andati. Facciamo qualcosa per aiutare le nuove generazioni a restare in Patria o ci rassegniamo al declino? I cervelli in fuga sono un dramma umano prima di tutto, perché questi ragazzi spesso vorrebbero restare. Ma sono anche un enorme danno che ci autoinfliggiamo come Paese: spendiamo come Stato soldi per formarli, farli studiare e poi regaliamo il loro talento ad altri Paesi. È ora di invertire la tendenza.
Giovani, ma anche ceto medio Pmi. Che farebbe se ci fosse lei a Palazzo Chigi?
Ieri in Leopolda chiesto con Lucia Aleotti di mettere otto miliardi a sostegno per tre anni a sostegno delle imprese. Bene, noi ci stiamo. Oggi affronteremo il tema bollette. Se mettiamo qualche miliardo sulla Start Tax diamo un segnale alle giovani generazioni a cui stiamo dicendo: noi investiamo su di voi per farvi restare. Spostiamo lo sguardo oltre i messaggi populisti e guardiamo la realtà: il vero dramma di questo Paese non è l'immigrazione ma l'emigrazione. E poi farei quello che la Meloni ha promesso proponendo addirittura un tetto in Costituzione: non superiamo il 40% di pressione fiscale. Purtroppo oggi siamo al 42.5%. La premier diceva di puntare sull'abbattimento delle tasse. Peccato che una volta al governo ha invece regalato soldi al Cnel e agli staff dei ministeri. Il governo è immobile e non cambia il Paese.
Gaza e Flotilla hanno risvegliato partecipazione e piazze come non si vedeva da tempo. Il governo e Meloni le sembrano in difficoltà?
Non mi pare che il problema sia la Meloni, che su questi temi non ha toccato palla. Bene che ci sia una partecipazione dei cittadini. Purché ci sia chiarezza: tolleranza zero verso i teppisti che spaccano vetrine e aggrediscono le forze dell'ordine. Chi assalta le stazioni non aiuta Gaza, chiaro? Per fermare le morti a Gaza serve la politica, non i discorsi astratti. E il fatto che il piano Blair- Trump sia a un passo dall'essere approvato è una svolta storica.
Palestina e Ucraina: non sembra che nell'opposizione ci siano due pesi e due misure?
Sì. Ma anche nella destra. Le divisioni sulla politica estera purtroppo sono trasversali.
Silvia Salis: può essere lei la front woman del centrosinistra?
Bene Silvia, la considero bravissima. Ma sono bravissimi anche gli altri che ieri hanno ottenuto applausi e calore alla Leopolda. da Gaetano Manfredi ad Alessandro Onorato, da Beppe Sala ai sindaci del Pd fino a Stefano Bonaccini. La "Casa riformista" che stiamo costruendo sarà decisiva per portare nel centrosinistra la voce del buon senso: abbassiamo la pressione fiscale, aumentiamo la sicurezza.
E in caso di primarie di coalizione?
Casa riformista sarà in campo con un suo candidato, o una sua candidata, e soprattutto con le sue idee.
Casa riformista è in campo anche per superare la soglia del 3%?
Italia Viva può superarla senza problemi. Ma se ci sarà casa riformista dobbiamo puntare al 10, per portare a vincere il centrosinistra sulla base di una piattaforma credibile e non ideologica, un centro che guarda a sinistra e in cui i moderati e i riformisti possono riconoscersi.
Sulla separazione delle carriere in Aula vi siete astenuti. Al referendum mica ci si può astenere, che farete?
Vediamo quando sarà tutto formalizzato. Nel frattempo abbiamo avanzato una proposta sulla vera separazione delle carriere: basta ai magistrati che fanno politica. Affermiamo che chi fa il giudice non si può candidare. Mai più casi Mantovano, mai più casi Emiliano. Chi fa il magistrato deve essere ineleggibile: così liberiamo la politica dalle toghe rosse e dalle toghe brune.