Conservo tra i ricordi più belli i tanti abbracci con donne e uomini, con ragazze e ragazzi, con bambine e bambini, che mi hanno dedicato qualche preghiera e regalato il dono della loro amicizia.
Tra gli abbracci che mi sono portato a lungo nel cuore c’era quello di Vito.
Un abbraccio speciale perché a Vito mancavano le braccia ma sapeva abbracciare meglio di tanti altri. E sapeva anche giocare a biliardino. Nella mia ultima visita al Cottolengo, per esempio, lui e don Andrea sfidano me e l’ex segretario del PD piemontese Davide Gariglio. Nonostante la disabilità fisica, Vito era un portento. E la partita si era messa male per noi fin da subito. Al punto da “minacciare scherzosamente” Gariglio sull’ultimo punto, quello decisivo: “Davide se prendi gol proporrò di non candidarti alla Camera.” Niente, tutto inutile. Gol finale di Vito. Che mi guarda e dice: “Beh, se vale il biliardino devi portare me in Parlamento, mica Gariglio”. Risata generale.
Vito ci ha lasciati ieri. I suoi 68 anni li ha vissuti tutti al Cottolengo dove è stato accolto quando aveva sei mesi. E dove ha vissuto una vita intensa e piena. Lo ricorderò sempre con il suo immancabile sorriso.
E spero che fissando quel sorriso possiamo dire grazie alla vita che possiamo vivere, dire grazie alla presenza di istituzioni come il Cottolengo, dire grazie all’amicizia di donne e uomini speciali.
Grazie a Vito che è stato un compagno di strada per tanti. Anche per me che, da premier e da uomo, ho avuto la possibilità di imparare da lui.
Matteo Renzi, La Stampa, 25 novembre 2018