Enews 789, lunedì 16 maggio 2022

Buongiorno e buona settimana.

La guerra continua, non solo in Ucraina. Finalmente qualcuno inizia a scrivere della vergogna afghana: il vergognoso ritiro occidentale ha permesso ai talebani di chiudere le scuole alle bambine e di reintrodurre il burqa obbligatorio. Nel frattempo, si discute di sicurezza alimentare (qui il link all’interessante seminario proposto da Italia Viva) e di reddito di cittadinanza. Già, perché rispondendo alla nostra Sara Moretto, il ministro (leghista!) al turismo, Garavaglia, ha proposto un decreto flussi per far venire in Italia lavoratori stranieri stagionali. Ne parleremo nei prossimi incontri pubblici, tra i quali segnalo: Roma (domani sera alle 20.30, Casa del Cinema); Firenze (giovedì pomeriggio alle 18, al Mandela Forum); Milano (sabato alle 11.30 al Teatro Parenti).

Sarà l’occasione di parlare anche de "Il Mostro", che esce domani in libreria e che è prenotabile anche online cliccando qui.

Venerdì vi ho lasciato l’introduzione, oggi scrivo qui il finale. Non è uno spoiler, tranquilli, ma la spiegazione di chi è davvero il popolo della Leopolda, così duramente attaccato nell’inchiesta Open. E lo faccio partendo da una di noi, da Claudia. Qui trovate il bellissimo video di Claudia qualche anno fa alla Leopolda. E questo è il finale del mio libro.

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Ho mantenuto il sorriso in questi anni. E non intendo perderlo. Anche perché so che l’inchiesta Open si rivelerà per quello che è: un processo politico alla politica, come abbiamo detto. Alla fine l’unica cosa che mi fa male è che abbiano tentato di criminalizzare la Leopolda. Questo è un Paese dove la politica non va di moda. La Leopolda nel corso degli anni ha creato un modello, un format, ma soprattutto ha diffuso entusiasmo per l’impegno civile, contribuendo a trasformare idee in leggi. E mostrando che no, non siamo tutti uguali. La Leopolda è stata, è, sarà la casa di chi ama la politica, l’impegno, l’educazione, la cultura. L’inchiesta Open ha provato a “sporcarne” l’immagine. A renderla una cosa brutta, negativa, dalla quale prendere le distanze. E questo mi fa male perché conosco l’idealità e la bellezza di tante persone che si sono scambiate speranze nei capannoni di quell’antica stazione ferroviaria. La Leopolda non è lo schermo di un’associazione a delinquere, come taluni media hanno cercato di far credere. La Leopolda è uno spazio di libertà bellissimo. Ci pensavo quando Agnese e io siamo entrati a Piombino nella casa di Claudia e Paolo. Mi hanno fatto un regalo chiedendomi di celebrare il loro matrimonio. Ho conosciuto Claudia sul palco della Leopolda 2019. Farmacista ospedaliera, emoziona con il suo discorso sull’importanza della sanità e della scienza. E poi spiega che la Sla che l’ha colpita non l’ha piegata. Claudia combatte, anche da una sedia a rotelle. Il suo intervento muove e commuove, la platea le tributa un’ovazione. Ma, mentre battono le mani, sono in tanti quelli che piangono. Perché la politica è questo, condividere anche le emozioni, non solo i progetti. La malattia prosegue il suo corso. E Claudia oggi non può più muoversi. Claudia e Paolo scelgono di sposarsi nella loro casa, di fronte al mare che separa la costa dall’isola d’Elba. Siamo solo noi, e davvero ringrazio per questo dono: il vero lusso in politica – mi ripeto spesso – è la qualità dei rapporti umani, non l’aereo di stato o l’indennità. Siamo solo noi con i testimoni. Con la piccola Livia che sorride tra le Barbie della mamma e mi racconta delle sue gare di nuoto, tradizione di famiglia. E con Claudia che per dire “Sì, lo voglio” può solo muovere i suoi occhi. Ma nel farlo, a fatica, muove anche i nostri cuori. La Leopolda, in fin dei conti, è questo popolo. È una comunità di persone, non è un assembramento. Sono emozioni, non bonifici e rendiconti. Possono darmi del mostro, possono dire quello che vogliono di noi, del nostro carattere, dei nostri errori. Ma la Leopolda è la storia e la vita di Claudia come di tanti di noi che credono nella politica e che vogliono bene al nostro Paese. Tutto qui, solo questo. Ma questo è molto più bello di quanto loro pensino.

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Prossimi appuntamenti:
- stasera alle 18.30, su Radio Leopolda, andrà in onda qualche minuto di lettura del libro “Il Mostro”, in particolare il racconto della candidatura di Elisabetta Belloni al Quirinale.
- Domani alle 8.30 sarò su Radio Leopolda e in diretta Facebook insieme a Bobo Giachetti.
- Domani alle 10.30 conferenza stampa alla Camera.
- Domani sera a "Porta a Porta".
- Mercoledì sera a "Tg2Post".



Pensierino della sera. Ieri sono uscite le prime anticipazioni del libro. Tra le altre: sentenze della Cassazione; Procura di Firenze che sceglie di non arrestare un violento che finirà con l’uccidere il proprio figlio; guerre di correnti; depistaggi e finti scandali. Subito è arrivata la voce del Csm, col vicepresidente Ermini che ha preso posizione immediata. Voi direte: "ha chiesto spiegazioni sul mancato arresto dell’omicida a Firenze? Ha criticato lo sciopero dei magistrati di oggi?". Macché. David Ermini ha annunciato di querelarmi per ciò che ho scritto. Non solo confermo tutto, ma rilancio e aggiungerò altre carte e documenti in Tribunale. Se il vicepresidente del Csm pensa di impaurirmi, ha sbagliato persona. Ma, credetemi, la vicenda di Ermini (grave, perché un pubblico ufficiale non può distruggere quello che si presuppone essere la prova di un reato) è nulla rispetto a ciò che c’è scritto neIl Mostro”. Noi andiamo avanti belli gagliardi, a testa alta.


Un sorriso, 


P.S. Sono stato a "Verissimo" (qui il video della puntata), dove ha fatto scalpore soprattutto mia nonna Maria, 102 anni e tanta voglia - ancora! - di cantare. Qui il video di “Parlami d’amore Mariù". Ma attenzione a non sottovalutare "Malafemmina”, che è il vero inno di battaglia della Nonna.