Enews 913 venerdì 13 ottobre 2023
Buongiorno a tutti e buon fine settimana
Vi scrivo dalla Germania, da Magonza, dove oggi si tiene il congresso dell’EDP, European Democratic Party, colonna di Renew Europe e casa europea di Italia Viva. Sono qui per aiutare a costruire un’alternativa ai sovranisti di destra e ai populisti di sinistra. Il mondo brucia, da Gaza al Donbass. C’è bisogno di costruire un’Europa autorevole e credibile che faccia politica e non si limiti alla burocrazia. Per farlo è giusto impegnarsi nelle famiglie politiche europee di appartenenza.
1. Il principio dei “Due popoli, due Stati” e il diritto di Israele di esistere
Dopo il mio discorso di martedì in Senato (qui) ho ricevuto molti commenti sulla tragedia israeliana anche alla luce di ciò che ho detto durante la puntata di “L’aria che tira” con David Parenzo e di “Mattino 5” con Francesco Vecchi: chi è interessato trova su YouTube tutti i video e più in generale sulle stories di Instagram gli aggiornamenti più frequenti. Provo a sintetizzare:
· Ciò che ha fatto Hamas non è un atto di resistenza, ma un atto di terrorismo come e forse peggio di quelli dell’ISIS. Chi ha visto le foto dei piccoli cadaveri dei bambini israeliani bruciati o chi ha ascoltato i racconti dei ragazzi scampati per miracolo al massacro del Rave party, sa che l’orrore voluto da Hamas lascerà una cicatrice profonda per generazioni.
· Israele ha il diritto di difendersi e reagire, perché Israele ha il diritto di esistere. Se qualcuno entrasse nelle vostre case e vi uccidesse i figli davanti agli occhi e vi violentasse le figlie davanti agli occhi e vi uccidesse i nipoti davanti agli occhi, voi cosa provereste? Un sentimento di generico buonismo? Porgereste l’altra guancia? Non scherziamo. Poi è ovvio che una comunità democratica deve fare di tutto per mettere al riparo i civili dalla controffensiva. E qui si arriva al punto: chi sta tenendo in ostaggio gli abitanti di Gaza?
· Hamas ha colpito al cuore Israele ma lo ha fatto prendendo in ostaggio non solo qualche centinaio di cittadini rapiti in Israele ma anche due milioni di abitanti a Gaza. Il nemico della causa palestinese è Hamas, non Israele. Liberare Gaza da Hamas è fondamentale per arrivare al principio del libero stato palestinese. Due popoli, due stati è un concetto che io ho detto e ribadito in tutte le sedi istituzionali nelle quali ho parlato. Ma i nemici della libertà dei palestinesi sono gli estremisti di Hamas che bruciano i bambini, non gli israeliani che ballano a un rave party. Per preparare un attentato del genere Hamas ha speso centinaia di milioni di dollari. Quei soldi potevano essere destinati per curare i bambini palestinesi e non per uccidere i bambini di Israele. Perché gli israeliani firmano accordi con il mondo arabo e non con Hamas? Perché Hamas vuole la distruzione di Israele. Tutto qui.
· Israele ha un problema interno gigantesco. Ora non ne parla nessuno, comprensibilmente. Ma quello che è successo non può essere solo impreparazione. Sono convinto che nei prossimi mesi il quadro delle responsabilità si chiarirà e ci saranno sorprese negative. Ma adesso, giustamente, Tel Aviv si sta stringendo intorno alle famiglie delle vittime, alle famiglie degli ostaggi, ai feriti.
· Bisogna sostenere le tante donne e uomini di buona volontà che vogliono costruire davvero quella che Giorgio La Pira chiamava “la pace dei figli di Abramo”. Sono la maggioranza tra gli ebrei, tra i musulmani, tra i cristiani. La pace dei figli di Abramo è ancora possibile. Per farla tuttavia serve la politica, la diplomazia, la visione. E ovviamente vanno messi a tacere gli estremismi e i terroristi. Sarà un percorso lungo e difficile. Ma è un percorso ancora possibile. E oggi ancora più necessario.
In questo quadro fa male vedere persone della sinistra europea, dalla mia Toscana fino alla Francia di Mélenchon, che faticano a difendere Israele tradendo uno strisciante, squallido, antisemitismo. Chi vuole la Palestina libera oggi protesta contro Hamas, non contro chi si difende dalla più grande aggressione contro gli ebrei dai tempi di Hitler. Lo ha detto benissimo un uomo di centrosinistra, un riformista come il cancelliere Scholz in Germania. Ma l’SPD si iscrive nella storia riformista. Non è insomma il nuovo PD che balbetta sulle spese militari, che strizza l’occhio ai Cinque Stelle, che tradisce la storia riformista di questi anni.
2. Bambole, non c’è una lira
Il Governo Meloni ha approvato la Nadef e si accinge a scrivere la legge di Bilancio.
Ho sentito il Ministro Giorgetti dire che il prossimo anno, poi, chi ci sarà se la vedrà lui.
Ho stima di Giancarlo Giorgetti e credo che nelle sue parole vi sia più una stanca provocazione che una effettiva rassegnazione. Ma la verità è che nelle prossime ore sarà sempre più chiaro che i numeri del bilancio porteranno la destra a tradire le promesse elettorali. Tra immigrazione ed economia si stanno rimangiando tutto. La distanza tra ciò che avevamo detto e ciò che stanno facendo è sempre più ampia. E quando parlo con amici che hanno votato a destra e chiedo un giudizio sulla Meloni i tanti che ancora la difendono hanno tre commenti standard. Il primo: “Non ha una squadra all’altezza”. Il secondo: “Si impegna tanto”. Il terzo: “La sinistra di Schlein e Conte è comunque peggio”. Sono tre commenti interessanti. Dovremo costruire un’alternativa partendo dal centro riformista. E lo faremo.
3. Il Congresso di Italia Viva
Qualche mese fa alcuni amici di Italia Viva hanno chiesto che si facesse un congresso democratico vecchia maniera. Con le tessere. E con la possibiità per chiunque avesse idee e voglia di candidarsi. Ne è nato un percorso di quattro mesi, con oltre ventimila tesserati (di cui oltre seimila si sono preregistrati per votare online), duecento assemblee per discutere le mozioni, una trentina di congressi in cui si scontreranno due candidati e il resto dei congressi in cui invece si è faticato ma si è trovato una soluzione unitaria. Domenica 15 ottobre l’election day concluderà questa fase di democrazia interna della quale sono molto orgoglioso. Fino allo scorso anno tutti gli incarichi erano decisi da Roma, senza nessun passaggio democratico interno. Adesso la scelta degli iscritti definirà il gruppo dirigente. E questo percorso è avvenuto parlando di politica, non di piccole ripicche caratteriali o senza le ansie di visibilità personale che c’erano in passato. Bene così. Italia Viva da lunedì rilancia, con diverse novità. E la settimana prossima arriveranno nuovi amici a darci una mano nel percorso che ci porterà alle europee.
Intanto lasciatemi dire grazie a chi sta dando una mano anche economica: nelle ultime settimane stiamo registrando un significativo aumento di piccoli contributi (qui per donare). Non super donazioni ma un costante afflusso di versamenti da 10, 20, 50€ in vista della Leopolda (qui per iscriversi) e della campagna elettorale delle europee (qui per diventare volontari e darmi una mano direttamente). Sono davvero convinto che ci sia lo stesso clima del 2012: ovviamente tutti noi siamo cambiati e il panorama geopolitico è decisamente differente. Ma il clima è lo stesso: registro infatti l’entusiasmo di chi dice “basta coi tatticismi esasperati, riprendiamoci il sogno, il coraggio e la libertà!”
Anche perché più mi guardo intorno più mi dico che siamo tra i pochi che possono raccontare come e perché vogliamo cambiare l’Europa. Affidereste l’Europa a Salvini o Conte? No, noi siamo l’alternativa. Avanti, sarà affascinante.
Un sorriso,
Matteo
PS Mercoledì la Fiorentina ha inaugurato un bellissimo investimento chiamato Viola Park voluto dal presidente Commisso e disegnato dalla mano geniale dell’architetto Casamonti. Avrei voluto essere con i tifosi a sventolare le bandiere viola. Ma ho pensato che non fosse il momento giusto e dunque sono rimasto in Senato a votare la Nadef e fare il mio dovere come era sacrosanto fare. Mi fa piacere che ci sia stato un grande applauso per il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini, senza il quale quel Viola Park non si sarebbe mai potuto realizzare. E domenica voterò Francesco Casini con grande convinzione come presidente provinciale di Italia Viva Firenze. Non sono tanti i nostri sindaci (nel mio territorio oltre a Casini c’è il bravissimo Tommy Triberti a Marradi), ma quei sindaci che ci sono fanno la differenza. Orgoglioso dei sindaci che portano a casa risultati e non fanno troppi discorsi.