Enews 956 martedì 16 aprile 2024

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Buongiorno a tutti.
 
1.    Il pianeta brucia
La settimana è iniziata all’insegna della preoccupazione per l’attacco iraniano a Israele. Sull’accaduto ho una visione leggermente diversa dagli altri. A mio avviso siamo davanti all’ennesima puntata di una guerra interna al mondo islamico, tra estremisti e moderati. È un conflitto interno molto difficile da leggere da fuori, ma è molto importante capire che la vera minaccia per il pianeta oggi sono gli estremisti. Quelli che vent’anni fa colpirono l’America con le Torri Gemelle, quelli che dieci anni fa colpirono le città europee e il Bataclan, quelli che oggi colpiscono Israele. E non solo: persino Mosca è stata ferita da nuove organizzazioni che si richiamano all’Isis.
L’Iran non è solo uno Stato con una grande storia: da quasi mezzo secolo, da quando cioè è in mano agli ayatollah, è diventato – in modalità diverse nel tempo – il fulcro e il riferimento dell’estremismo religioso in politica. E vuole una inaccettabile supremazia sul mondo arabo. C’è l’Iran dietro all’operazione di Hamas del 7 ottobre. C’è l’Iran dietro al finanziamento ai gruppi che combattono contro Israele ma anche contro altri paesi arabi.
È davvero importante sottolineare come Israele sia stato aiutato a bloccare i droni e i missili non solo dagli Stati Uniti, dalla Francia, dall'UK ma anche da alcuni Paesi arabi come Giordania e Arabia Saudita.
Chi legge le Enews sa bene quanto io mi sia speso in questi anni per far capire che il Medio Oriente è un’area molto complicata. Quante volte ho cercato di alzare il livello della discussione e quante volte sono stato attaccato e deriso con battutine e slogan su questo tema. Ma capite che per chi è davvero interessato alla politica estera – e dunque al futuro del pianeta – questi temi sono semplicemente decisivi.
 
Ne ho parlato a Sky domenica mattina in questa intervista che trovate su YouTube.
Ne avevo parlato nella lunga intervista con Alessandro Masala a Teatro che trovate su YouTube.
Ne parlo oggi anche in una intervista a Repubblica. La trovate sul quotidiano che è in edicola e anche sul canale Whatsapp per chi è iscritto (dobbiamo arrivare a quota 35 mila: mi raccomando, Whatsapp è l’unico strumento per tenerci in contatto in questa fase difficile: chi può si iscriva e faccia girare il materiale attraverso questa semplice messaggistica).
 
2. La lista Stati Uniti d’Europa
Se il mondo è in crisi per il nuovo disordine globale, allora serve a maggior ragione una proposta politica che metta da parte le piccole beghe locali. E parli di come rilanciare l’Europa, di come sognare gli Stati Uniti d’Europa. Qui sta la straordinaria forza della nostra proposta politica che nei prossimi cinquanta giorni sarà ogni istante più chiara: noi abbiamo una lista che ha un obiettivo politico per il futuro dell’Europa e che prende sul serio le Elezioni Europee. Queste non sono un sondaggio interno per sapere quanto sono forti i partiti: queste sono le elezioni che devono rimettere in moto il sogno europeo.
Noi siamo quelli che sognano. Quelli che progettano. Quelli che propongono.
Quelli che dicono grazie al passato ma parlano al futuro. Parlano di futuro.
Se poi volete quelli che insultano, beh, avete l’imbarazzo della scelta.
Ma se credete nella politica, questo è il tempo degli Stati Uniti d’Europa.
Nel fine settimana si terrà (online) l’Assemblea Nazionale di Italia Viva dove confermeremo ufficialmente la nostra partecipazione a questo progetto entusiasmante.
Chi vuole darci una mano facendo il rappresentante di lista o il volontario clicchi qui.
Chi vuole darci una mano a livello economico, è il benvenuto. Grazie. 
 
3. Aggiornamenti
- La Puglia è in crisi. Ma voglio essere chiaro: la Puglia volterà pagina solo se manderà a casa Michele Emiliano. Emiliano è il responsabile politico del disastro che stiamo vedendo.
- Il PD è un partito cui va il nostro rispetto e anche il mio personale affetto, per tante ragioni. Ma vederlo così schiacciato su Conte, vederlo così subalterno al Movimento Cinque Stelle fa male al cuore. Mai come in questo momento è impressionante il livello di sudditanza psicologica che il PD mostra nei confronti dei grillini. Non solo sui temi del giustizialismo o dell’economia.
- Il Governo continua a traccheggiare sull’economia. Vi domando: ma c’è una sola riforma che in questi mesi il Governo Meloni ha fatto? Solo foto, chiacchiere e distintivi. Ne parleremo martedì in Aula a proposito del DEF. Ma è veramente incredibile come l’immobilismo più totale e mediocre caratterizzi questo esecutivo. E intanto le famiglie faticano sempre di più. 
- Domani sono a in Basilicata per sostenere i nostri Mario Polese e Luca Braia e tutti i candidati di Italia Viva che corrono sotto la sigla di “Orgoglio Lucano” alle elezioni regionali di domenica e lunedì prossimo.
 
Pensierino della sera.

È morto Roberto Cavalli, uno dei fiorentini più noti al mondo. Aveva fatto successo partendo da zero e lo aveva fatto scommettendo sull’eccesso. Ha ottenuto risultati planetari e ha suscitato polemiche di ogni genere. E come tutti i personaggi è stato spesso etichettato, come è naturale che sia per chi vive di immagine. Io ho un ricordo personale che non c’entra niente con la moda. Il padre di Roberto Cavalli, Giorgio, fu una delle 85 vittime dei nazisti a Castelnuovo dei Sabbioni. Una strage atroce e inutile, come tutte le stragi di quella stagione. In una settimana, nella zona di Cavriglia, in provincia di Arezzo, morirono per mano tedesca quasi duecento persone. Ogni anno il Comune di Firenze partecipa alla commemorazione per lo stretto legame con quel pezzo di Toscana. E quando toccò a me andare a fare il discorso, leggendo le storie dei civili uccisi scoprii il legame con la famiglia dello stilista. Chiamai Cavalli e gli chiesi: perché non vieni con me? Mi disse che non se la sentiva di tornare nel luogo dove, bambino di quattro anni, aveva visto il padre strappato via e portato nel luogo della fucilazione. Poi cambiò idea. E venne con alcune persone della sua famiglia. Ricordo la commozione di quel giorno. E il suo abbraccio alla fine della cerimonia. Lo scrivo per dire che dietro all’immagine delle persone, quale che sia, c’è sempre qualcosa di più grande e di più vero. E spesso c’è molto dolore che non sappiamo riconoscere. Che non riusciamo a comprendere. Ognuno penserà quello che vuole dello stilista e o del personaggio che amava gli eccessi. Io ricordo Roberto in quell’abbraccio, di bambino cresciuto senza padre perché strappato dalla furia nazista. E mi piace pensarlo oggi finalmente ricongiunto all’abbraccio di suo babbo.
 
Un sorriso,
Matteo

Ps. Il Ministro Urso è finalmente riuscito a lasciare un segno nella politica industriale di questo Paese. Vista la polemica tra il Governo e Stellantis, ha forzato l’Alfa Romeo a cambiare il nome di una macchina da Milano a Junior. Adesso il Ministro è felice come un bambino e questo è il massimo che il governo Meloni riesce a fare in termini di politiche di sviluppo dell’automotive. Anche io proporrei un cambio nome: anziché Adolfo Urso, Adolfo Urss. Non male no?