Enews 984 venerdì 26 luglio 2024
Buongiorno a tutti e buon fine settimana.
La campagna elettorale americana entra nel vivo.
Non so come finirà ma so che la sfida di novembre segnerà inevitabilmente i prossimi anni della politica anche europea, non solo americana.
Partendo dalla candidatura di Kamala ho fatto una intervista a Giovanna Vitale di Repubblica.
La trovate qui e leggo volentieri i vostri commenti: [email protected]
Qui il sostegno di Barack e Michelle Obama, arrivato stanotte.
Parte dell’intervista, naturalmente, è dedicata alle questioni di politica nazionale.
Ribadisco il concetto, molto semplice.
Il fallimento del Terzo polo, fallimento che come tutti sappiamo ha un solo nome e cognome, ha distrutto ogni possibilità di costruire un’alternativa all’attuale bipolarismo.
Se neanche con il proporzionale facciamo il quorum, nonostante uno straordinario risultato personale, significa che alle politiche dove la radicalizzazione sarà ancora più forte dobbiamo scegliere.
E se bisogna scegliere tra centrosinistra e centrodestra, io rispetto l’opinione di tutti ma scelgo di costruire un “centro che guarda a sinistra”.
Questo vuol dire confluire nel PD, accettare le idee della CGIL sul lavoro, cambiare posizione sulle tasse? Ovviamente no. Manteniamo le nostre idee.
L’alleanza si fa tra partiti diversi, che sono gelosi della propria autonomia, ma che trovano punti di caduta sui contenuti. Perché alle prossime elezioni o rivince la Meloni con questa squadra per me non all’altezza, o vince il centrosinistra.
Che cosa comporta per noi questa alleanza?
1. Lavorare per raccogliere firme sul referendum contro l’autonomia differenziata.
2. Stare nella coalizione di centrosinistra in modo organico alle future regionali a cominciare da Emilia-Romagna e Umbria.
Dal giorno dopo le Europee abbiamo fatto decine di riunioni sul territorio, via zoom, in presenza.
Alla fine delle riunioni chi ha la responsabilità di guidare un partito deve indicare una strada.
Io l’ho sempre fatto e non mi tiro indietro ora.
Per me la strada è il centrosinistra.
Chi non è d’accordo ha tutto il diritto di fare la propria battaglia negli organi di partito a cominciare dall’Assemblea Nazionale del 28 settembre. È normale che qualcuno non sia d’accordo: è accaduto anche quando abbiamo proposto il Conte 2 per bloccare il Papeete o quando abbiamo fatto la crisi per portare Draghi o quando abbiamo bloccato la candidatura della Belloni per il Quirinale. Ed è giusto che un leader si assuma le responsabilità delle proprie scelte.
Quando si sceglie chi deve fare il Ministro, chi deve fare il Presidente di commissione, chi fa il parlamentare con seggi sicuri si fanno inevitabilmente scelte. Scelte anche dolorose e sicuramente non democratiche: ho deciso io chi doveva avere un ruolo e chi no. E molti amici non erano d’accordo. È triste prendersi delle responsabilità ma è doveroso farlo. E io oggi ringrazio chi non avendo ottenuto il posto cui anelava ha continuato a dare una mano con spirito di squadra e chi non mi ha mai detto No quando ho chiesto di candidarsi con le preferenze: un partito si aiuta mettendoci la faccia, anche quando è difficile. Soprattutto quando è difficile.
Chi vuole ricostruire il Terzo polo con Azione, con Calenda, con altri, ha tutto il diritto di provarci.
Avrà sempre la nostra amicizia, il nostro rispetto, il nostro affetto.
Ma noi abbiamo già dato.
E penso che essere riformisti significhi provare a incidere nel centrosinistra, non inseguire un progetto che per me è finito.
L’alleanza con il centrosinistra funzionerà? Lo vedremo sui contenuti.
Come ci ha proposto Schlein: nessuno mette veti sulle persone, ma andiamo a vedere le carte dei contenuti. Ci attende dunque un grande lavoro programmatico e sarà l’occasione per valorizzare le nostre idee.
E intanto una notizia: da settembre avremo una sorpresa.
Quale?
Avremo un nostro giornale, il cui direttore responsabile sarà il mitico Bobo Giachetti.
Il primo numero uscirà il 21 settembre. Tenetevi pronti, ci sarà da divertirsi.
Pensierino della sera.
Giovanni Toti si è dimesso da Presidente della Regione. Avrei preferito che si dimettesse per ragioni politiche e non giudiziarie. Ma la verità è che i giustizialisti sono forti anche a destra. Perché è evidente che Toti sia stato abbandonato dai suoi colleghi di coalizione, altrimenti avrebbe continuato per la sua strada.
Un sorriso,
Matteo
Ps. Stamattina sono stato ospite di Giovanna Pancheri per l’ultima puntata di Sky TG24 prima delle vacanze.
Leggo i vostri commenti: [email protected]