Enews 707, lunedì 31 maggio 2021

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Buongiorno e buona settimana.

Ho ricevuto molte email critiche per la mia intervista a "la Repubblica" in cui prendo atto delle scuse di Di Maio. Chi l’avesse persa, può leggerla qui.
Ne avevo già parlato nella scorsa Enews, ma le risposte sono state varie e diversificate.
In tanti mi hanno scritto, anche arrabbiati: "Matteo, come si fa ad accettare le scuse, dopo tutto quello che ci hanno detto? E fatto? Non si meritano nulla, sono scuse di comodo, stanno solo regolando i conti al loro interno".
Capisco la critica. Ma la politica non si fa con il risentimento, amici miei.
Mai con il risentimento, mai.
E poi diciamola tutta: le scuse di Di Maio sono il sigillo finale sulla storia del Movimento Cinque Stelle. Sono loro che stanno implodendo, non noi. Sono loro che devono riflettere sul loro atteggiamento.
Non è in ballo, infatti, solo la vicenda dell’ex sindaco di Lodi. In quel 2016, i Cinque Stelle (con una parte dei media compiacenti) attaccarono ad alzo zero il nostro governo e la nostra esperienza politica per Lodi, per Tempa Rossa, per la Campania, per le banche.
Fu il loro modo di creare il clima per vincere amministrative e referendum.
Il sindaco Uggetti, ma anche i ministri Federica Guidi, Maria Elena Boschi, Claudio De Vincenti, consiglieri regionali come Raffaella Paita e Stefano Graziano, accusato ingiustamente di connivenze camorristiche, furono massacrati dalla propaganda grillina.
Il fatto che, dopo cinque anni, Di Maio chieda scusa non ci restituirà il Governo e non ci risarcirà dal dolore che hanno dovuto subire soprattutto le nostre famiglie. Ma è l’ennesima conferma che il tempo è galantuomo.
Ci hanno messo cinque anni per capire che non si fa politica con il giustizialismo.
Spero che ci mettano meno per capire che aver aperto la crisi e sostituito Conte con Draghi non era il gesto irresponsabile di folli ma un atto d’amore per l’Italia.
In ogni caso, noi teniamo tutto a mente: tra quattro o cinque anni ci aspettiamo qualche lettera di scusa su Open, scommettiamo?
E, prima o poi, diranno che cambiare i poteri delle regioni non era una cattiva idea, che il JobsAct ha prodotto un milione di posti di lavoro, che Industria 4.0 non era così male, che le leggi sociali e sui diritti civili sono state un passo in avanti. Basta saper aspettare e conservare sempre un grande sorriso, amici.
Certo che noi accettiamo le scuse.
Noi collezioniamo sogni, non rancori.
E vedrete che il meglio deve ancora arrivare.



Pensierino della sera. Aumentano i vaccini. Crollano contagi e ricoveri. Alcune regioni sono in zona bianca. A Venezia, con la Biennale e il Salone Nautico, ripartono gli eventi. Ora bisogna sbloccare i turisti americani, che sono il nostro mercato principale. Ma il concetto è chiaro: l’Italia ha tutte le condizioni per creare un vero e proprio nuovo boom economico. Ci siamo, forza, tutti insieme, tutti al lavoro.

 

 
Un sorriso,

P.S. Domani alle 13 sono da Myrta Merlino. Proseguono fino al 21 giugno gli eventi de "La Primavera delle Idee" (io domani sera, alle 18, parlo di futuro con Roberto Cingolani, in diretta Facebook, mentre lunedì 21 giugno dialogherò con Vittorio Colao di innovazione): Italia Viva si conferma una straordinaria esperienza di libertà, come hanno dimostrato i banchetti di questi giorni in tante città italiane. Chi ha voglia ci dia una mano, organizzando eventi, iscrivendosi, facendo girare l’Enews, dando un contributo economico, donando il 2x1000 con il codice c46 sulla propria dichiarazione dei redditi. Possiamo davvero, tutti insieme, scrivere una pagina di buona politica contro il populismo e contro il giustizialismo.